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Cronaca Centro Storico / Largo di Torre Argentina

Clonavano carte di credito a Roma e le usavano in Giamaica e Belize

Accertati 1107 casi. Quattro le persone arrestate

Oltre mille tra carte di credito e bancomat clonati, prelievi fraudolenti per oltre 50mila euro effettuati sulle sole carte di pagamento emesse da istituti di credito italiani. Poi, una volta riportati i codici clonati su delle carte vergini, facevano spese ed effettuavano addebiti in Giamaica, Belize ed Indonesia, dove l'utilizzo di carte e bancomat per gli acquisti sono meno controllati. A clonare migliaia di carte e bancomat (soprattutto ai turisti che prelevano agli Atm del Centro Storico), quattro cittadini bulgari, due scovati tra Anzio Nettuno, uno in Bulgaria ed uno in Repubblica Ceca, tutti e quattro poi arrestati al termine della Operazione Nettuno.

Carte clonate in Centro

Un modus operandi semplice quello attuato dalla banda, mediante l'utilizzo di skimmer a scomparsa, microcamere per carpire i codici pin, ed apparecchiature (quali tastierini, scrittori badge, bande magnetiche e via dicendo) applicati direttamente sui bancomat presi di mira dopo averli acquistati in Bulgaria da ditte specializzate nella realizzazione di tali apparecchiature. A presentare i risultati delle indagini il comandante dei carabinieri della Compagnia Roma Centro il Maggiore Aniello Schettino, il luogotenente Tommaso De Simone, comandante stazione carabinieri Roma San Lorenzo in Lucina, Andrea Paselli dell'Europol e l'ufficiale bulgaro di riferimento della polizia del suo Paese Vanya Valchena

Operazione Nettuno (1)

I bancomat visitati dalla banda 

Nel mirino della banda dei clonatori c'erano soprattutto i turisti in visita nella Città Eterna meno attenti nel momento dei vari prelievi di denaro e quindi vittime più facili per i quattro malviventi. Via Vico, piazza Venezia, piazza Marconi, piazzale Flaminio, piazzale Conca d'Oro, via Appia Nuova, via Fermi, via Vittorio Veneto, via Crescenzio, via Cicerone, largo di Torre Argentina e piazzale dell'Industria, questi i dispositivi Atm manomessi dai clonatori accertati dai carabinieri nel corso delle indagini. 

Operazione Nettuno 

Lo stratagemma messo in atto dai quattro cittadini bulgari è stato però smascherato a conclusione di una complessa attività d’indagine denominata "Nettuno". Le investigazioni da parte dei Carabinieri della Compagnia Roma Centro, con la collaborazione del personale specializzato del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria e di Europol, assieme al collaterale organo di polizia estero General Directorate Combating Crime. I quattro sono stati arresti per i reati di associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla clonazione di carte di credito previa captazione dei codici P.A.N. (Personal Account Number); frode informatica, con impiego della carte “clonate” per effettuare prelievo di denaro contante in Paesi esteri come Belize, Indonesia e Giamaica. L’ordinanza è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma che ha accolto le richieste avanzate dalla Procura della Repubblica di Roma.

Operazione Nettuno (2)

Clonatori di carte di credito in Centro 

L’indagine, avviata nel mese di dicembre del 2015 dalla Stazione Carabinieri Roma San Lorenzo in Lucina, è scaturita dalla continua attività di monitoraggio degli sportelli bancomat eseguita dai militari per verificarne la manomissione (mediante installazione di apparecchiature skimmer device) e dalla costante analisi dell’utilizzo delle carte di credito risultate clonate. Nello specifico, le numerose denunce di utilizzo fraudolento di carte presentate dalle vittime ai Carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo in Lucina e ad altri Comandi Stazione della Capitale, avevano come comune denominatore spese effettuate in paesi extraeuropei come Belize, Indonesia e Giamaica (Paesi in cui è risultata avvenire la materiale clonazione delle carte e la successiva trascrizione dei codici rubati su bande magnetiche di carte "vergini").

1107 carte clonate 

Le indagini, sviluppate anche attraverso una complessa attività tecnica fornita da Europol che ha estratto e analizzato una grande mole di dati da smartphone e PC sequestrati nel corso delle operazioni, hanno consentito di individuare in breve tempo: la manomissione di almeno 17 sportelli bancomat della Capitale; la clonazione di 1.107, tra carte di credito e bancomat, con le quali sono stati eseguiti prelievi fraudolenti all’estero per circa 50.000 Euro, cifra corrispondente a quanto si è riuscito ad accertare sulle sole carte di pagamento emesse da istituti di credito italiani.

Disarticolata banda di clonatori 

I successivi approfondimenti, resi possibili grazie anche al supporto del Servizio Interbancario Cartasì, al contributo info-investigativo di Europol  - quest’ultimo attivato attraverso i canali di collaborazione internazionale dal Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria - nonché ai tradizionali servizi di osservazione, controllo e pedinamento svolti dai Carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo in Lucina, hanno consentito di disarticolare l’odierno gruppo criminale composto da 4 indagati, che agivano in concorso con altri sodali di stanza in paesi extraeuropei non identificati, specializzati nella manomissione di sportelli bancomat mediante l’installazione di sofisticate apparecchiature composte da microcamera per carpire i codici PIN e lettore di banda magnetica, capaci di immagazzinare anche i codici PAN impressi sulle carte di pagamento; clonazione di carte di credito e successivo utilizzo fraudolento, soprattutto all’estero.

Quattro arresti 

Nel corso delle indagini sono stati conseguiti i seguenti risultati operativi: 4 persone arrestate in flagranza di reato per installazione di apparecchiature skimmer su alcuni sportelli bancomat; sequestro di decine di carte di pagamento già clonate, di oltre 100 supporti plastico-magnetici “vergini” e di strumentazione elettronica varia (PC portatili, masterizzatori olografici, skimmer e microcamere); circa 10.000 euro in contanti, somma comprovante l’illecita attività.


 

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