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Cronaca

Omicidio a Castel di Leva, i familiari: "Nessun rapporto con la mafia"

Vincenzo Femia è stato ucciso la notte tra il 24 e il 25 gennaio. I parenti respingono tramite gli avvocati ogni connessione della vittima con la 'Ndrangheta, come diffuso dagli inquirenti

I familiari di Vincenzo Femia, ucciso a Roma nella notte tra il 24 e il 25 gennaio a Castel di Leva, respingono, tramite i propri legali, la descrizione che gli inquirenti hanno dato del loro congiunto quale "esponente di spicco e referente della 'ndrangheta'" nella Capitale, coinvolgendolo anche nel sequestro di Paul Getty, avvenuto nel 2003. I parenti della vittima si sono espressi tramite una nota firmata dagli avvocati Arcangelo Campilongo, Massimiliano Riga e Gaetano Romeo, volendo rimarcare "la totale consapevolezza di estraneità del loro compianto congiunto a vicende di tale gravità ".

L'OMICIDIO - Il cadavere di Femia e' stato trovato poco dopo le 23 della notte. Alcuni automobilisti inorriditi hanno allertato il 113 dopo aver visto il corpo ricoperto di sangue e schegge di vetro, crivellato di colpi calibro 9, almeno una decina, mentre era all'interno della sua auto, una Matiz grigia, rimasta ancora accesa. La testa era china sul volante, i finestrini in frantumi e c'erano pallottole ovunque. Forse a sparare è stato più di un killer, i quali devono aver attirato Femia con un inganno in via della Catelluccia di San Paolo. In sostanza, un agguato. O almeno questo quanto diffuso dagli investigatori.

Per gli inquirenti infatti si sarebbe trattato di un'esecuzione di mafia in piena regola. Sempre secondo gli investigatori la vittima era 'personaggio di spicco' della criminalità romana e referente della 'ndrina a Roma, appartenente alla cosca di San Luca conosciuta per la strage di Duisburg (Germania, 2007). I familiari però smentiscono ogni appartenenza al mondo mafioso e contestano quanto pubblicato riguardo a lui dagli organi di informazione e aggiungono "di non aver alcun rapporto di parentela con cosche malavitose né tantomeno con soggetti ritenuti vicini alla criminalità organizzata".

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