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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Colli Aniene / Via Igino Giordani

Omicidio Varani, Foffo al Pm: “Volevo uccidere mio padre”

Le parole del 29enne davanti al Pm Francesco Scavo nel corso del secondo interrogatorio svolto nel carcere di Regina Coeli

"Volevo uccidere mio padre e forse ho combinato tutto questo per vendicarmi di lui". Ancora particolari agghiaccianti sull’omicidio di Luca Varani, a rivelarli al pm Francesco Scavo nel corso del secondo interrogatorio svolto venerdì scorso nel carcere di Regina Coeli Manuel Foffo, il 29enne proprietario dell’appartamento dove si è consumato il delitto del 23enne. Ad uccidere il giovane de La Storta assieme a Foffo Marco Prato, con l’assassinio consumato durante un festino a base di alcol e cocaina con la morte del 23enne avvenuta dopo ore di sevizie. 

"Il momento in cui ho perso il controllo di me stesso credo sia quando tra me e Marco è uscito l'argomento di mio padre". Così Manuel Foffo nel verbale del secondo interrogatorio reso davanti al pm Francesco Scavo. "Io e Marco abbiamo iniziato a parlare a lungo di mio padre e questa cosa mi ha fatto 'venire il veleno', avevo una forte rabbia interiore - continua Foffo - Questo è durato fino alle 2.30. Durante i nostri discorsi ricordo che era come se Marco sembrava darmi ragione, i nostri discorsi erano davvero sinceri, lui mi guardava con uno sguardo criminale".

L’omicidio di Luca Varani, ucciso in seguito a sevizie infertegli con un coltello ed un martello, si consumò nell’appartamento di via Igino Giordani di Foffo, poi la confessione del 29enne allo stesso padre e la scoperta dei carabinieri del cadavere del 23enne nell’abitazione di Verde Rocca-Colli Aniene. I militari dell’Arma trovarono Prato poco dopo in un albergo nella zona di piazza Bologna, salvato mentre tentava di togliersi la vita. Ascoltati dai giudici restano ora le verità di Foffo e Prato, che puntano l'uno a incolpare l'altro. Il primo ha raccontato di sentirsi "costretto a rimanere in contatto con lui (Prato) per la presenza di un video che li ritraeva in un rapporto sessuale insieme".

Marco Prato invece racconta una verità opposta. Sarebbe stato Foffo a costringerlo a traverstirsi da donna perché, non essendo gay, voleva simulare rapporti con una donna. E sempre Foffo, secondo Prato "era come impazzito mi ha chiesto prima di versare un farmaco nel bicchiere di Luca e poi dopo che questo aveva cominciato a stare male mi ha chiesto di ucciderlo: "Questo stronzo deve morire", urlava in preda a un improvviso e insensato odio e repulsione verso Varani”.

Una versione, quella fornita da Prato, che ha spinto Foffo e il suo legale, Michele Andreano, a richiedere un nuovo interrogatorio nel quale ha spiegato che Prato "ha detto bugie. Racconta falsità su di me e su quello che ho fatto. Io non sono omosessuale, ho le mie perversioni ma non sono predatore sessuale, non sono uno stupratore". 

Valter Foffo, il papà di Manuel, aveva raccontato la sera del 7 marzo, a poche ore dall’omicidio, quanto accaduto a Porta a Porta: “Un ragazzo modello, con un quoziente intellettivo superiore alla media. Non era uno sbandato”. Con il padre del 29enne che ha poi raccontato gli attimi in cui il figlio gli ha confessato l’omicidio: “Era strano. Eravamo in macchina e gli ho chiesto perché dal giorno prima non mi rispondeva. Mi ha confessato l'uso di cocaina, ma mi ha anche detto di aver fatto qualcosa di peggio, di aver ucciso una persona insieme ad un amico". A 200 chilometri da Roma, in auto, padre e figlio sono tornati nella Capitale e dopo aver chiamato l'avvocato e i carabinieri, hanno svelato l'orrore del delitto dello sballo. 

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