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Cronaca

Ubriaco alla guida travolse la piccola Stella Manzi: "Rischia di non farsi neanche 7 mesi di carcere"

Il 17 settembre il Gip si pronuncerà sulla richiesta di patteggiamento avanzata da Pm e difesa. L'imputato, la notte del 26 dicembre scorso, invase la corsia opposta sulla Nettunense, scontrandosi con l'auto su cui era la bimba di 8 anni

Una pena detentiva ridotta e, in attesa del pronunciamento del Gip, gli arresti domiciliari. Per il 21enne romeno che il 26 dicembre 2013 ha ucciso Stella Manzi si va verso il patteggiamento. La vittima, 8 anni, ha perso la vita in uno scontro frontale su via Nettunense. Era a bordo dell'auto guidata dalla madre insieme ai tre fratelli. La macchina dell'uomo, al volante ubriaco, ha invaso la corsia con un sorpasso azzardato. Poi lo scontro frontale. Stella è morta in ospedale. I suoi organi hanno salvato la vita di cinque bambini. E oggi la donna, distrutta dal dolore, lotta perché sua figlia abbia giustizia. 

"Arrivare al patteggiamento sarebbe una vergogna". Giannina Calissano è stato informata da una decina di giorni che il 17 settembre le parti sono convocate presso il Tribunale di Latina. Si terrà l'udienza per il patteggiamento a 4 anni di reclusione, chiesto dalla difesa e accettato dal Pubblico Ministero. La famiglia, venuta a conoscenza della richiesta e convinta dell'inadeguatezza della linea difensiva tenuta fino ad oggi, ha cambiato legale.   

"Faremo tutto quello che è in nostro potere per convincere il giudice a procedere con rito ordinario" ci spiega il nuovo avvocato, Fabio Santaniello. Ma è il Gip che valuterà la proposta, tenendo conto della congruità della pena richiesta e della ritualità dell'iter seguito. La sola possibilità che il magistrato accolga la richiesta fa tremare la famiglia Manzi, che certo non si immaginava di vedere l'uomo che ha causato la morte della piccola Stella farsi a mala pena sette mesi di reclusione.

Sì perché il ragazzo ha passato in carcere il periodo delle indagini preliminari, da dicembre a luglio, poi Pm e Gip hanno optato per gli arresti domiciliari. E se il patteggiamento venisse accettato, ci spiega Santaniello, "con i domiciliari si arriverebbe a tre anni di pena e poi all'affidamento in prova" ai servizi sociali. Inaccettabile, "per una condotta che è ai limiti dell'omicidio volontario". 

L'uomo era sotto effetto di alcolici e sostanze stupefacenti, guidava un'auto non sua e senza tagliando assicurativo. "Il punto non è solo la morte di una persona - prosegue Santaniello - è come ci sei arrivato, in questo caso violando tutte le regole". A non convincere il legale neanche la condotta processuale dell'imputato. 

"Inizialmente ha ammesso di aver guidato lui l'auto, poi evidentemente in seguito a un cambio di impostazione difensiva, si è tentato di dimostrare che l'uomo non era al volante ma sul sedile del passeggero". Ipotesi poi decaduta a seguito di ulteriori indagini condotte dalla Procura. E intanto la madre di Stella è pronta alla protesta. 

"Non sarò da sola il 17 settembre, saremo io, mio marito e stiamo ricevendo l'appoggio di tanti cittadini di Capannelle (luogo di residenza della famiglia, ndr). Stiamo pensando di andare tutti insieme a Latina con un pullman. Faremo una protesta pacifica certo, ma non posso restare a guardare". L'appello per Stella corre sui social. "Per non lasciare soli i nostri amici, per far sentire loro il nostro affetto, per dire NO all'ingiustizia, date la vostra adesione certa fin da ora. L'appuntamento è al Tribunale di Latina, ore 9, aula 2GU primo piano".  

Nella speranza che chi versò lacrime esprimendo tutta la sua solidarietà alla famiglia di Stella e scuotendo l'opinione pubblica, torni a parlare. "Entro gennaio il reato di omicidio stradale andrà in Consiglio dei Ministri" annunciava l'allora guardasigilli, Annamaria Cancellieri, all'indomani della tragedia romana. "Le vittime devono avere la giustizia che meritano". Esattamente. 

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