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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio via Poma, i periti: "Ferita sul seno di Cesaroni non è morso"

I periti nominati dalla Procura sostengono che la ferita sul seno di Simonetta Cesaroni non è attribuibile a un morso. "Si tratta di una ricostruzione che appare assurda", sostiene il professor Cipolla D'Abbruzzo

La ferita presente sul seno sinistro di Simonetta Cesaroni non dipende da un morso. Lo sostiene il professor Corrado Cipolla D'Abruzzo, uno dei consulenti nominati dalla procura, in merito alla ferita sul seno della Cesaroni, uccisa con 29 coltellate il 8 agosto del 1990 a via Poma. "E' un non senso pensare che da queste due escoriazioni possano dipendere da un morso. Si tratta di una ricostruzione che appare assurda ", afferma Cipolla D'Abbruzzo. Nel corso dell'udienza del processo d'Appello, in primo grado Raniero Busco, l'ex fidanzato della ragazza, è stato condannato a 24 anni di carcere, sono stati illustrati i risultati della perizia disposta per chiarire le cause della morte della donna.

L'attenzione dei periti si è rivolta, in primo luogo, sulla ferita al seno: una delle prove-chiave a favore dell'accusa nel processo di primo grado. I periti però smontano l'ipotesi che quella sia il segno di un morso attribuibile all'imputato. "Escludo in modo assoluto - ha proseguito Cipolla D'Abruzzo mostrando in aula la foto agli atti - che quello sia un morso. Nella zona interessata (il quadrante supero-mediale della base d'impianto del capezzolo sinistro ndr) manca l'evidente traccia di opponente. Si tratta di due piccole escoriazioni di cui non si può definire con certezza la natura, oltre non si può andare". Il perito ha definito le indagini passate svolte sul punto come "affascinati e suggestive" ma con una "ricostruzione inverosimile" anche per la posizione in cui questo morso sarebbe stato inferto: "possibile per una giraffa, un tacchino o un cammello ma non per un uomo", taglia corto Cipolla D'Abruzzo che ha aggiunto che quella del morso "è una interpretazione ipotetica e sulle ipotesi non si possono costruire certezze". In merito all'orario della morte, il perito ha ribadito che Simonetta era "in vita fino alle 17,45" del 7 agosto.

Inoltre i periti Paolo Fattorini e Carlo Previderé, presenti oggi in aula, hanno affermato che su tutti i campioni analizzati è stato individuato il Dna di Simonetta, mentre su reggiseno e corpetto c'è la presenza consistente di tracce di Dna di Raniero Busco e di altri due uomini. I due sostengono che  quelle individuate sul lato interno della porta della stanza, Oteatro dell'omicidio, "non sono attribuibili all'imputato" mentre quella trovata sul telefono è dello stesso gruppo sanguigno (gruppo A) e quindi "non può essere attribuito né alla vittima né all'imputato". Sullo specchio dell'ascensore dello stabile di via Poma furono trovate due tracce ematiche: una, secondo i periti, è di Simonetta, l'altra è "attribuibile ad un soggetto di sesso maschile allo stato ignoto". I periti hanno fatto riferimento anche agli stracci con tracce ematiche rinvenuti nel vano dell'ascensore: il sangue risulterebbe di gruppo B. (Fonte Ansa)

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