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Cronaca Capannelle / Via al Quarto Miglio

Omicidio Onofri: il pastore ucciso per aver reagito ad una rapina

La morte di Sabatino Onofri, avvenuta in un'area rurale della zona di Quarto Miglio, potrebbe essere scaturita in seguito ad un imprevisto, nel corso di una rapina programmata a tavolino

Svolta nelle indagini relative all’omicidio di Sabatino Onofri, il pastore di 78 anni ucciso, lo scorso 19 Giugno, vicino alla roulotte che usava anche come abitazione.

LA PRESUNTA DINAMICA – Un membro della "banda", che aveva lavorato alle dipendenze di Onofri, ed era convinto che il pastore avesse con sé 16mila euro (denaro di cui al momento non c'é alcuna traccia), avrebbe pianificato la rapina direttamente nel suo Paese. Sapeva anche che in quella roulotte Onofri viveva da solo, la moglie e figli, infatti, non lo avevano seguito in campagna, preferendo rimanere nella casa di famiglia a Ciampino
 
Il piano d’azione sarebbe stato quindi programmato, anzi commissionato. Arrivo in Italia, rapina al pastore "segnalato" e ritorno con i soldi in Romania. Ma l’uomo aveva con sé una pistola scacciacani, che ha deciso di utilizzare per spaventare i rapinatori. Per questo motivo, la rapina, si sarebbe trasformata in omicidio. La reazione degli aggressori, agli spari, sarebbe stata quindi letale per Sabatino Onofri. 
 
LA PRIMA RICOSTRUZIONE - All'inizio, quell'aggressione, fu interpretata dalle autorità come un’opera di una o due persone. Tant'é che dopo l'omicidio, i Carabinieri, arrestarono due romeni di 25 e 45 anni, uno dei quali, per alcuni mesi, aveva lavorato proprio alle dipendenze di Onofri. Vicino la roulotte furono trovati anche bastoni, pale e picconi. 
 
I NUOVI ARRESTI - Le serrate indagini, condotte dai Carabinieri della Compagnia Roma Eur, con la collaborazione dei colleghi di Cosenza e con l'ausilio delle intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno portato sulle tracce di altri tre membri del gruppo di assassini: si tratta di due 19enni e un 23enne, romeni, che avrebbero trovato rifugio nelle montagne calabresi, forse in attesa del momento favorevole per rimpatriare senza dare nell'occhio. All'appello manca, però, manca ancora un sesto componente del gruppo, probabilmente rientrato in patria già il giorno dopo l'omicidio. 
 
IL PENDOLARISMO CRIMINALE - La soluzione del caso si è trasformata anche in un momento di riflessione per inquirenti della procura romana: "Da un pò di tempo, si assiste a un nuovo fenomeno che potremmo identificare come 'pendolarismo criminale'" ha detto il procuratore aggiunto di Roma, Pierfilippo Laviani, durante la conferenza stampa convocata per illustrare l'attività investigativa compiuta. 
 
"Ci troviamo davanti - ha aggiunto - a un fenomeno, favorito dal fatto che i biglietti di treni e pullman ormai costano pochi euro, e la cosa permette ai criminali di spostarsi facilmente sul territorio europeo e riuscire, altrettanto facilmente, a sottrarsi alla cattura. La possibilità di organizzare un crimine arriva al punto tale che, come nel caso del povero Onofri, cinque persone partono dall'estero, arrivano in Italia, commettono un reato e poi, sfruttando la facilità di movimento, cercano di ritornare nel loro Paese. Questa facilità di movimento – termina Laviani - incide enormemente sulle indagini ma, fortunatamente a volte, con le sinergie operative di cui siamo capaci riusciamo a porre freno".
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