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Cronaca Centocelle / Via dei Sesami

Omicidio Pipitone: estradato in Italia l'assassino del militare ucciso a Centocelle

Mohamed Abidi era stato scovato in Francia lo scorso 24 febbraio. L'infermiere in servizio alla Cecchignola venne trovato privo di vita la notte del 10 febbraio in via dei Sesami

E' stato estradato ed è arrivato in Italia Mohamed Abidi, il cittadino tunisino ritenuto responsabile dell'omicidio di Danilo Salvatore Lucente Pipitone, il militare dell'esercito ucciso lo scorso 10 febbraio a Centocelle. Nella giornata di mercoledì 15 febbraio, al varco di polizia di frontiera di Ventimiglia, gli agenti della squadra mobile di Roma erano presenti all’arrivo del tunisino per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Roma, su richiesta della procura capitolina, poiché gravemente indiziato dell’omicidio preterintenzionale dell'infermiere 33enne in servizio alla Cecchignola avvenuto in via dei Sesami angolo piazza De Bossi.

Fuggito da Roma dopo l'omicidio 

Mohamed Abidi era fuggito da Roma qualche giorno dopo aver commesso il fatto, quando la sua foto era ormai riportata da tutti i mass media; gli agenti della mobile non erano riusciti a  trovarlo nell’appartamento che, da indagini tecniche, era emerso come suo nascondiglio, ma avevano trovato evidenti e fresche tracce della sua presenza. 

Documento falso al confine con la Spagna 

Dopo aver appreso della sua partenza, ed accertato che avesse dei parenti in Francia nella zona di Montpellier, allora si è proceduto a intensificare i precedenti contatti giá avviati con la polizia francese, attraverso il servizio di Cooperazione internazionale (Scip) divisione S.i.r.e.n.e,  che hanno portato al fermo del soggetto, lo scorso 24 febbraio, al posto di polizia di frontiera francese di Le Perthus, al confine con la Spagna, munito di fotocopia di un documento intestato a un connazionale di nome Mohammed Channoufi, mentre tentava di raggiungere la Spagna.

Mandato di arresto europeo 

Era conosciuto dalla gendarmeria francese in quanto nel suo passato periodo di vita in Francia era stato fermato per guida senza patente nella zona di Perpignan: nella circostanza gli erano state prese le impronte digitali, risultate utili per la sua identificazione e per riscontrare l’inserimento nel circuito Schengen del mandato di arresto europeo ai fini estradizionali emesso dall’autorità giudiziaria competente.

La lite per la viabilità a Centocelle 

Le indagini della squadra mobile sull’omicidio hanno portato a ritenere che il movente dell’omicidio del caporal maggiore originario di Erice, in provincia di Trapani, possa essere ascrivibile ad una banale lite per motivi di viabilità, iniziata con una discussione e poi sfociata nell’aggressione dell’Abidi verso Danilo Lucente Pipitone che, cadendo a terra dopo aver ricevuto un pugno, ha violentemente sbattuto la testa nell’asfalto.

La Fiat 500 Abarth 

I testimoni, infatti, avevano visto la scena  delle due auto, la Fiat 500 Abarth del tunisino e la Fiat Panda del militare infermiere, ferme in mezzo alla carreggiata con il motore acceso.  Il tunisino che era vestito completamente di nero, indossante uno scalda collo nero, a copertura parziale del volto, e un cappuccio nero, dopo il pugno si sarebbe chinato verso la vittima provando a scuoterla per sincerarsi delle sue condizioni, ma avendo notato che il malcapitato non aveva reazioni, lo avrebbe afferrato dalle spalle e trascinato verso lo sportello lato passeggero, sistemandolo in posizione semi seduta per poi allontanarsi velocemente a bordo della sua auto.

Le indagini della mobile 

Le serrate indagini hanno portato al rintraccio del proprietario del mezzo, un romano dell’87, il quale quella notte aveva prestato la sua auto a un suo conoscente di origini tunisine, a lui noto come “Mo Bro” che poi gliela aveva riportata nella nottata stessa.

L'impronta dell'assassino 

Lo straniero è stato identificato come Mohamed Abidi, grazie all’impronta trovata da personale del gabinetto interregionale della polizia scientifica di Roma sul vetro dell’autovettura del caporal maggiore, e poi riconosciuto dal proprietario della 500 a seguito di individuazione fotografica.  

La richiesta di misura cautelare 

A seguito della ricostruzione investigativa effettuata dalla squadra mobile la procura della Repubblica di Roma richiedeva la misura cautelare in carcere dello straniero, concessa poi dal gip del tribunale di Roma, notificata appunto nella giornata del 15 marzo.

I fiancheggiatori di Mohamed Abidi

Si stanno raccogliendo ulteriori elementi sui fiancheggiatori del tunisino che ne hanno coperto la latitanza sia su Roma che successivamente in Francia: a seguito delle perquisizioni delegate dal sostituto procuratore dottor Gennaro Varone, titolare delle indagini, sono stati trovati e sequestrati i cellulari e alcuni supporti informatici in possesso di alcuni soggetti, indagati per favoreggiamento personale.
 

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