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Cronaca

Omicidio Luca Sacchi, il processo è salvo: le nuove intercettazioni diventano prove

La Corte d'Assise ha rigettato le obiezioni degli avvocati della difesa degli imputati Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, che contestavano la validità delle conversazioni intercettate dopo il delitto

Il processo per la morte di Luca Sacchi “è assolutamente salvo”: a confermarlo l’avvocato della famiglia Sacchi, Paolo Salice, dopo che la Corte d’Assise ha rigettato le eccezioni di nullità presentate dalla difesa degli imputati relative alle intercettazioni depositate dalla procura di Roma. A processo per la morte del personal trainer di 24 anni ci sono Valerio Del Grosso (accusato di essere l’autore materiale del delitto), Paolo Pirino e Marcello De Propris, e proprio le conversazioni in carcere di Del Grosso sono finite al centro delle obiezioni delle difese, che le hanno tacciate di irregolarità chiedendo l’annullamento del procedimento.

La Corte d’Assise ha invece confermato non solo che il processo è valido, ma anche che le intercettazioni restano, e diventano, prove, alla luce del contenuto significativo: “È un infame fracico, me vorrebbe fa accollà tutto a me”, è, per esempio, lo sfogo di Del Grosso riferendosi a Paolo Pirino, ricordando la sera dell’ottobre del 2019 in cui Luca Sacchi venne ucciso da un colpo di pistola in quello che secondo gli inquirenti era uno scambio di droga degenerato in rapina e omicidio.

"Io mi accollo quello che mi devo accollare e te ti accolli quello che ti devi accollare"

Per i giudici le nuove intercettazioni sono "particolarmente rilevanti con riferimento a momenti e aspetti centrali della complessiva vicenda illegale e rispetto alle posizioni e ruoli avuti dagli imputati". Alcuni passaggi soprattutto evidenziano le dinamiche tra i tre imputati, la loro partecipazione allo scambio degenerato e la consapevolezza di ciò che stavano facendo: "La cosa se andava bene era trenta e trenta, non è ita bene - dice Del Grosso dal carcere nel novembre del 2019, un mese dopo il delitto, parlando di Pirino - mò che non è che io me devo fà l'ergastolo e te voi prende e uscì. Io mi accollo quello che mi devo accollare e te ti accolli quello che ti devi accollare".

Del Grosso inoltre commenta, nelle intercettazioni, la linea di difesa dell'altro imputato: "Quell’altro è un pazzo, è un kamikaze proprio, un kamikaze, stanno a negà la morte, cioè stanno a negà proprio…", e poi torna su quanto accaduto la sera del 23 febbraio del 2019: “Nel carcere quello che abbiamo fatto noi sarebbe una mezza infamità perché comunque sia è una sòla, ok? Paoletto soprattutto perché ha preso a bastonate una donna (Anasyasiya Kylemnyk, la fidanzata di Sacchi, ndr). A me però... vabbè hai sparato.... è partita una botta... avete fatto una cazzata. Non lo volevo pija’, s’è mosso quello (Luca Sacchi, ndr), sennò col c... che je sparavo... volevo spaventarli, manco sapevo dove l’ho preso”.

"Questa ordinanza mette a tacere tutte quelle indiscrezioni che in questi giorni avevano ipotizzato una possibile nullità del procedimento - hanno detto Paolo Salice e Armida Decima, avvocati della famiglia Sacchi - Tutto è stato svolto secondo le regole e alle difese è stato fornito sempre ampio spazio di azione. Il processo continuerà regolarmente e Luca Sacchi avrà quanto prima la giustizia che merita".

L'omicidio di Luca Sacchi

Rigettata la richiesta di nullità delle difese, il processo prosegue regolarmente con una nuova udienza fissata per venerdì 15 ottobre. Luca Sacchi è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa sera del 23 ottobre 2019 a Roma ai Colli Albani, davanti al pub John Cabot. Secondo la ricostruzione degli inquirenti a sparargli è stato Valerio Del Grosso nel corso di uno scambio di droga organizzato da Giovanni Princi, amico di Sacchi, cui avrebbe partecipato anche Anastasia Kylemnyk, fidanzata del personal trainer. Non è ancora chiaro di quanto Luca fosse a conoscenza: a sparare una pistola che Del Grosso aveva avuto da Marcello De Propris, che a sua volta l’aveva presa al padre, Armando.

Complice di Del Grosso è Paolo Pirino, che al John Cabot ha colpito con una bastonata Anastasia per rubarle lo zaino in cui la ragazza custodiva - si stima - circa 70.000 euro da utilizzare per comprare una partita di hashish, circa 15 kg. A distanza di un anno e mezzo dall’omicidio, Giovanni Princi è stato condannato a 4 anni di carcere con il rito abbreviato per spaccio di droga, Anastasia è accusata di avere a sua volta avuto un ruolo nel progettare la compravendita, e Valerio Del Grosso deve rispondere di omicidio.

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