Omicidio Vermicino: Paolone ucciso in una trappola mortale

Cinque spari, uno alla nuca e gli altri al torace: così è stato freddato Paolo Marfurt, ucciso in quella che probabilmente è stata una trappola ordita dal suo o dai suoi killer.

Paolone, così era soprannominato da chi lo conosceva, non è ritenuto dagli inquirenti un personaggio importante della mala, ma un pesce piccolo. Pregiudicato e con diversi reati alle spalle per spaccio, usura, estorsione e violenza sessuale, come riporta Il Messaggero, si pensa che Paolone potesse aver tentato di fare il “salto di qualità” nel mondo del crimine, presumibilmente in quello dello spaccio. Forse quello che gira tra Ponte di Nona, dove Marfurt abitava, Borghesiana e Tor Bella Monaca. Le indagini dovranno stabilire quanto è accaduto in via della Ventiduesima Rubbia, ma intanto ci sono diversi elementi inconfutabili e dai quali sono partite le ricerche.
Innanzitutto il ritrovamento del corpo: a terra, con il casco ancora in testa accanto al suo scooter, un Burgman 600 parcheggiato. Elementi che fanno pensare che la vittima stesse aspettando il suo killer e che, con quel colpo alla nuca, sia stato giustiziato. Un appuntamento che si è rivelato una trappola mortale. Paolone è stato ritrovato senza portafogli e senza cellulare. Visti i suoi precedenti, è difficile che il portafogli sia stato preso per eliminare i documenti della vittima e far ritardare il riconoscimento, probabilmente è stato preso per i soldi. Discorso diverso per il cellulare che forse conteneva il numero di telefono del suo killer o un messaggio con l'appuntamento per la trappola mortale.

Questi elementi, insieme alla vita passata di Paolone, alle sue frequentazioni e ai suoi ultimi “giri” sono gli elementi su cui si stanno basando le indagini dei carabinieri della compagnia di Frasccati che stanno indagando sull'omicidio di Vermicino.