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Cronaca

Padre ucciso dalla figlia a Monterotondo, il monito della Procura verso le donne vittime di violenze

Il ruolo della ragazza, che cercava di difendere la madre e la nonna, è al vaglio. Lorenzo Sciacquatori aveva precedenti per maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale

La tragedia di Monterotondo, con la figlia che ha ucciso il padre, Lorenzo Sciacquatori, sta rivelando, ancora una volta, come in contesti familiari difficili, le donne vittime di violenze possano sentirsi con le spalle al muro. Un monito, questo, lanciato dal Procuratore della Repubblica Francesco Menditto che, nel valutare l'ipotesi della legittima difesa, nel caso avvenuto domenica 19 maggio, ha delineato un quadro prendendo posizione. 

"Bisogna sottolineare che, ancora una volta, il delitto che si è consumato deriva anche dalla difficoltà delle donne vittime di violenza di cercare il sostegno delle istituzioni. In più occasioni si è verificato che il tempestivo intervento della polizia giudiziaria, della Procura della Repubblica, fortemente impegnata in questo settore, e delle istituzioni è stato in grado di offrire protezione e di interrompere un crescendo di violenze che, come in questo caso, rischiano di arrivare ad epiloghi drammatici", ha scritto Menditto nell'informativa redatta subito dopo i fatti avvenuti in via Aldo Moro.

Per delineare la personalità di Sciacquatori, sottolinea il Procuratore, è necessario sottolineare che l'uomo era stato denunciato dalla compagna per maltrattamenti nel maggio 2014 ed era stato arrestato nel settembre 2014 anche per resistenza a pubblico ufficiale. Successivamente i due avevano ripreso la convivenza e non risultano denunce per violenza ai danni della donna, dei familiari o dei vicini, né richieste di intervento ai Carabinieri.

Non solo. L'uomo, ex pugile, era alcoldipendente. Il delitto, secondo quanto riferito, rientra infatti in "un contesto ben più ampio e complesso di protratte violenze che Scicquatori ha perpetrato, negli ultimi anni, ai danni di tutte le componenti del nucleo familiare, costituito esclusivamente da donne ossia la compagna, la giovane figlia della coppia e l'anziana madre".

La figlia diciannovenne della coppia, fortemente provata dall'evento dopo aver colpito mortalmente il padre, è stata ascoltata dal PM di turno della Procura di Tivoli alla presenza del difensore. Il Pm di turno, d'intesa col Procuratore, ha disposto che la ragazza rimanesse a disposizione della Procura presso l'abitazione di familiari.

Nelle prossime ore, all'esito anche di ulteriori accertamenti e dell'esame autoptico, la Procura valuterà l'esatta qualificazione dei fatti e l'eventuale esistenza della legittima difesa, proprio alla luce del descritto svolgimento degli accadimenti, della "condotta aggressiva dell’uomo e del conseguente tentativo di protezione della giovane sia di sé stessa, che della mamma e della nonna".  
       

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