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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ancora 'becchini' di auto rubate: arrestati tre meccanici a Villaggio Prenestino

Gli investigatori sono arrivati nell'officina di smontaggio seguendo il segnale Gps di un Suv sparito la scorsa settimana. Nel garage trovate tre vetture, motori e targhe

Ancora 'becchini' di auto rubate nella periferia est della Capitale. Dopo lo specialista di Fiat Panda e Fiat 500, 'pizzicato' dagli investigatori del commissariato Prenestino nella zona di Rocca Cencia lo scorso mese di settembre, ancora meccanici al lavoro per far 'sparire', smontandole a pezzi, delle vetture appena rubate. A finire nella rete dei poliziotti tre uomini, trovati in una officina clandestina di Villaggio Prenestino nel pomeriggio di ieri. Il garage individuato seguendo il segnale Gps dell'antifurto satellitare di un Suv appena rubato. 

PRIMO MECCANICO AL LAVORO - Le due pattuglie, una del Reparto Volanti e l’altra del commissariato Romanina, dopo aver trovato l’auto da cui partiva il segnale nel cortile di un palazzo del quartiere del VI Municipio delle Torri, e fermato l’uomo che ci stava “lavorando”, intuendo che il luogo del ritrovamento non era “occasionale”, hanno controllato anche i garage limitrofi. Uno dei locali era stato adibito ad officina e c’erano altri due uomini intenti a smontare altri veicoli.

Villaggio Prenestino: smontavano auto appena rubate

CONTROLLO NELl'OFFICINA - Bloccati i tre ed identificati per tre uomini romani di 49, 42 e 43 anni, gli agenti hanno proceduto ad un controllo accurato dell’officina. Oltre all’auto da cui era partito il segnale, sono state rinvenute altre 4 autovetture rubate nell’arco della settimana precedente (un Suv e tre berline di costruzione tedesca) due motori e 3 targhe di autovetture rubate. Di particolare interesse è il ritrovamento di un disturbatore di frequenze, usato per confondere gli antifurti delle auto. 

MECCANICO AI DOMICILIARI - I tre uomini, già noti alle Forze dell’Ordine, sono stati arrestati e condotti presso il carcere romano di Regina Coeli.  Il più giovane dei 3 era sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari e beneficiava anche di un permesso per lavorare presso un concessionario del quartiere Tuscolano.

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