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Cronaca Quadraro / Piazza Francesco Zambeccari

Studenti occupano il liceo Kant, tensioni con la polizia: "Difendiamo il nostro diritto allo studio"

Un centinaio i ragazzi entrati nell'istituto superiore che si trova a Torpignattara. Gli studenti: "La Dad non funziona"

E' la prima occupazione di una scuola a Roma dall'inizio dell'emergenza Coronavirus. A protestare per "difendere il proprio diritto allo studio" gli studenti e le studentesse del Liceo Kant di piazza Zambeccari a Torpignattara, da sabato 23 gennaio occupato da un centinaio di ragazzi. Una protesta che ha registrato delle tensioni con la polizia, intervenuta sul posto e venuta a contatto con uno degli occupanti che, secondo quanto riferito da alcuni testimoni, "stava apponendo la catena alla porta d'ingresso".

Studentesse e studenti che da una settimana sono in mobilitazione permanente per "opporre ad un rientro insicuro e propagandistico la lotta, per occuparsi del loro futuro". "Coscienti delle difficoltà e dei rischi di questa scelta hanno deciso di indire una assemblea straordinaria - scrivono gli studenti in un comunicato - . Consapevoli dei problemi strutturali della dad, chiedono però il rientro in sicurezza che vuol dire trasporti, aumento del personale, degli spazi e di una sanità pubblica diffusa ed efficiente. Costruiamo un presidio di solidarietà territoriale e cittadino. La lotta di studenti e studentesse è la lotta di tutti e tutte per uscire dalla crisi pandemica, senza lasciare indietro nessuno". 

"Che si sappia che noi occupiamo per il nostro diritto allo studio. Noi vogliamo studiare e non vogliamo non fare lezione", racconta uno studente che ha occupato il liceo Kant: "Non si può frequentare? A noi genitori sta bene, ma i ragazzi hanno diritto almeno a una connessione", racconta la mamma di un ragazzo fuori dall'istituto, che si definisce "solidale con il malcontento degli studenti. La Dad non funziona - aggiunge - pensate che a noi la scuola, per velocizzare i tempi, ci ha chiesto di comprare a nostro nome una saponetta, per poi rimborsarci. Non è colpa del Kant, ma del sistema scuola che ha fallito".

Un'occupazione che arriva al culmine di una settimana di agitazione in città, con presidi al Senato con gli studenti ormai esausti dalla DAD rivelatasi, a detta di molti "inadeguata a garantire il diritto allo studio".

"Non basta la sofferenza inferta dal Covid-19, ora ci si mette pure la polizia. Giù le mani dai ragazzi e dalle ragazze. Giù le mani dal movimento degli studenti. Questore e Prefetto hanno davanti solo la strada delle dimissioni dopo quello che è successo al Liceo Kant di Roma. Le immagini che arrivano sono preoccupanti, rimandano all'idea della supremazia della divisa sui diritti umani e sull'inviolabilità del corpo - dichiara in una nota stampa Gianluca Peciola di Liberare Roma -. Vedere un ragazzo malmenato e umiliato mentre partecipa ad atti di disobbedienza è di una gravità inaudita. Gli agenti responsabili devono rispondere del loro operato senza sconti. Basta scene da sospensione del diritto nel nostro Paese!”.

Non c’è stato nessun intervento violento, sono stati garantiti tutti i diritti prescritti dalla legge, il compito degli operatori di polizia era di evitare che lo stabile venisse occupato in modo indiscriminato", le parole del segretario generale del sindacato Libertà e Sicurezza, Luca Andrieri. "I colleghi non hanno tenuto alcun comportamento violento”.  

L’esponente di LeS condivide il disagio che la popolazione a più livelli sta vivendo in questi difficili mesi di pandemia."Le manifestazioni degli studenti sono legittime! Il sistema della didattica a distanza è alienante non soltanto dal punto di vista accademico ma soprattutto umano. Ci sono delle prescrizioni dettate dalle regole per il contenimento della pandemia che però dobbiamo rispettare. Tra queste ci sono i nuovi modi di manifestare, tentare a tutti i costi lo scontro con le forze dell’ordine e mettere a repentaglio ed in pericolo la salute di tutti non è un atteggiamento condivisibile. Chiediamo alle istituzioni che operano a tutti i livelli, di mantenere alta l’attenzione su quello che potrà accadere nelle altre scuole della città nelle prossime settimane perché l’annuncio di nuove mobilitazioni non può essere sottovalutato, sarebbe come ignorare un allarme che viene lanciato con consistente preavviso". 

Conclude Andrieri: “Come sindacato tuteleremo sempre l’operato di tutti gli appartenenti al corpo della Polizia di Stato, lo faremo nelle sedi opportune oltre che nel sensibilizzare l’intera opinione pubblica. I poliziotti, non circondano e picchiano nessun giovane come invece è stato riportato nelle cronache odierne. Operiamo consapevoli della difficoltà del lavoro che siamo chiamati ad effettuare, mettendo al servizio di tutti la nostra professionalità e la nostra esperienza. Siamo l’istituzione più amata in Italia e questo perché non ci rifugiamo nella violenza, ma nel dialogo costruttivo”.   

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