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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Monteverde / Circonvallazione Gianicolense

No vax aggredisce e prende a calci in testa infermiera del San Camillo

Il presidente dell'ordine delle professioni infermieristiche di Roma: "Prima eroi e adesso anche martiri? È ora di svegliarsi"

Ricoverato in ospedale rifiuta le cure e picchia una infermiera, prendendola a calci. Protagonista dell'aggressione denunciata dai sindacati di categoria, un no vax. A raccontare il fatto avvenuto venerdì scorso, 11 febbraio, il NurSind Roma con un post su Facebook: "Ancora un episodio di violenza al San Camillo verso una collega che ha avuto solo l'unico torto di stare a lavorare".

La segreteria Nur Sind Roma "esprime la massima solidarietà alla giovane collega aggredita in maniera vile testimoniando come la violenza verso gli operatori sanitari è un atto codardo che colpisce chi si prende cura degli altri". A mostrarle vicinanza anche il presidente dell'ordine delle professioni Infermieristiche della Capitale, Maurizio Zega che spiega: "La giovane collega aggredita e pestata al San Camillo ha tutta la solidarietà e l'affetto dell'ordine degli infermieri di Roma: ma il fatto è che la sicurezza del personale sanitario nelle strutture ospedaliere è messa in pericolo sempre, e il fenomeno cresce ogni giorno di più, con il protrarsi delle follie negazioniste sul covid 19".

Zega poi sottolinea: "Proprio oggi Roma conoscerà l'ennesimo raduno di irresponsabili che sono, si legge sulla stampa, pronti a "creare disagi alla città" - spiega in riferimento al sit in dei no vax  - intanto uno di loro ha provato a spaccare la testa a chi voleva soltanto curarlo. Quando oggi si sentiranno le consuete dichiarazioni deliranti verrebbe loro da rispondere: andate a dirlo a questa giovane presa a calci in testa".

"A noi sembra che l'esercizio della professione sia reso ogni giorno sempre più difficile, e su questo le autorità pubbliche dovrebbero interrogarsi. Intanto ci pestano, ora qui ora là, poi gli infermieri sono bellamente dimenticati dal governo in sede di legge finanziaria, e così restiamo con compensi peggio che ridicoli. Sembrano semplicemente ignorare la nostra esistenza, anche se oggi leggeremo magari un diluvio di dichiarazioni di solidarietà alla nostra collega, che però avranno un bel sapore di ipocrisia: dopo essere stati dichiarati 'eroi', si vuole anche dichiararci martiri? Il colmo - ha concluso Zega - è che questo avviene mentre tutti lamentano che siamo troppo pochi, che c’è bisogno di più infermieri; e secondo autorevoli fonti scientifiche anche il numero di morti durante la pandemia, anomalo nel caso italiano, potrebbe essere dovuto proprio alla carenza di infermieri". 

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