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Cronaca Ostia

Ad Ostia è finita la pace tra clan, Gabrielli a Raggi: "L'esercito non serve"

Gabrielli: "Presidio del territorio è compito delle forze di polizia". Aperti due fascicoli d'indagine

La rottura di una pax tra clan e una lotta per il controllo del business criminale ad Ostia. Gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Roma stanno indagano sugli ultimi fatti che sono avvenuti ad Ostia. A cominciare dalla gambizzazione di un esponente della famiglia Fasciani e passando per le sparatorie nel cuore del feudo dei Fasciani, senza tralasciare gli incendi dei cassonetti e davanti la sede del Pd. 

Sembra tornata quella guerra  che insanguinò il litorale. Era il novembre del 2011 quando furono uccisi due pregiudicati della zona, Giovanni Galleoni e Francesco Antonini, conosciuti negli ambienti della mala come 'Baficchio' e 'Sorcanera'. 

Sabato sera qualcuno ha sparato cinque colpi sulla porta blindata di Silvano Spada, cugino di Roberto, finito in carcere di massima sicurezza in Friuli per la violenza con metodo mafioso sul giornalista Rai Daniele Piervincenzi e l'operatore Edoardo Anselmi. Sempre nella tarda serata di sabato ci sono stati colpi di spranga, calci e pugni sulla porta di casa di Giuliano Spada, fratello di Silvano. L’ipotesi di ritorsioni incrociate non sembra solo una speculazione. 

Le recenti elezioni amministrative, le azioni contro la sede del Pd e gli incendi ai cassonetti potrebbero aver contribuito a complicare il quadro. Chi indaga attende gli accertamenti tecnici sulle armi usate e sui bossoli che sono stati repertati. Gli ingredienti su cui procedono i magistrati sono molti. Oltre alle porte crivellate ci sono gli avvertimenti, gli interessi illeciti delle famiglie diventate clan, il racket case popolari, il gioco e le scommesse, i soldi della droga e della prostituzione così come il riciclaggio. Non si esclude nulla nella cittadella giudiziaria di piazzale Clodio.

Il possibile squilibrio nel puzzle criminale potrebbe essersi creato all'indomani dell'arresto di Roberto Spada. Uno dei sospetti è che dietro gli agguati ci siano gli ex rivali degli Spada, scalzati dal loro potere in passato. Qualcuno si starebbe così approfittando della difficoltà degli avversari per vendicarsi. 

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Un'altra delle piste porta invece a un gruppo emergente, composto da sudamericani con cui gli Spada avrebbero stretto un accordo per lo spaccio di stupefacenti al dettaglio. Accordo che potrebbe essere saltato, scatenando gli episodi di questi giorni.

Nel frattempo ieri è andato in scena un vertice in Prefettura a Roma per la questione sicurezza. Sul tavolo l'aumento del numero di forze dell'ordine presenti su quel quadrante della città. Alla riunione operativa hanno partecipato il prefetto Paola Basilione, il questore Guido Marino e il comandante provinciale dei carabinieri Antonio De Vita e della guardia di finanza Cosimo Di Gesù.

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Insomma ad Ostia sono in arrivo più forze dell'ordine ma non l'esercito come ha sottolineato anche il capo della polizia, Franco Gabrielli, respingendo così la richiesta della sindaca di Roma Virginia Raggi: "Ringrazio sempre l'esercito per lo straordinario contributo che offre al complessivo sistema di sicurezza nazionale, ma non è una risposta. Le risposte le devono dare primariamente le forze di polizia. Nei prossimi giorni passeremo dalle parole ai fatti. Anche a Ostia il Paese farà sentire che non esistono zone franche".

Ad Ostia, invece, nel mese di dicembre il primo Consiglio utile del X Municipio sarà una seduta straordinaria sulla sicurezza. L'intenzione della neo presidente Giuliana Di Pillo è invitare, oltre alla sindaca Raggi, i rappresentanti delle forze dell'ordine, il prefetto Basilone e il ministro dell'Interno Marco Minniti che, nel fine settimana, ha ribadito come lo Stato "si giocherà la faccia ad Ostia". 

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