Abbandonò neonato nel cassonetto: 27enne assolta da un giudice
Il rappresentante della Procura aveva chiesto la condanna a dieci anni. La perizia avrebbe accertato che il feto sarebbe morto per cause naturali pochi istanti dopo essere venuto alla luce
Assolta "perché il fatto non sussiste". E' quanto stabilito dai giudici della terza sezione penale del tribunale di Roma relativamente al caso della giovane donna che nel marzo 2013 abbandonò un neonato nel cassonetto fuori dal San Camillo. I giudici di fatto hanno accolto la tesi del difensore, l'avvocato Antonio Iona.
Nei confronti della giovane, che oggi ha 27 anni, il rappresentante della procura aveva chiesto la condanna a dieci anni. Il penalista Antonio Iona, che ha assistito la giovane, ha spiegato che la perizia avrebbe accertato che il feto sarebbe morto per cause naturali pochi istanti dopo essere venuto alla luce.
"Ci sono delle indicazioni", ha spiegato, "che il piccolo ha respirato per alcuni attimi, come degli spasmi, questo ha portato a valutare in modo diverso la condotta della ragazza, che ha sempre ripetuto di aver abbandonato il feto perché sicura che fosse nato morto".
Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni. La giovane, dopo un periodo di arresti domiciliari in una clinica, è da tempo tornata in libertà. (fonte AskaNews)