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Cronaca Rocca di Papa

Ndrangheta a Roma: gli affari dell'usuraio e del parente del boss. Sequestrati beni per 3 milioni

Il decreto emanato ai sensi della normativa antimafia nell'ambito della operazione Ragnatela

Uno è un parente di un boss della ndrangheta, di cui ha sposato la figlia, l'altro un usuraio romano legato in passato alla Banda della Magliana, alla camorra e a Cosa Nostra. I due soci in affari, A.C. 62enne calabrese e G.F. 81enne romano, avevano spostato i loro affari ai Castelli Romani 

Considerati dagli inquirenti inseriti in un contesto criminale di matrice 'ndranghetista,  avevano investito alle porte della Capitale notevoli capitali derivanti da reati di bancarotta fraudolenta. Due pezzi grossi, a cui sono stati sequestrati - ai fini della confisca - beni per 3 milioni di euro fra quote societarie, ville, alberghi, ristoranti e anche due zanne di avorio di elefante di cospicuo valore. 

È stata la polizia a dare esecuzione al decreto di confisca di beni emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal tribunale di Roma, nei confronti dei due soggetti inseriti in pericolosissimi contesti di criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista, operanti nel mandamento tirrenico, facenti capo alla famiglia dei Piromalli di Gioia Tauro.

Cosca Capitale: così la 'ndrangheta si è presa Roma 

Il calabrese

Le indagini economico-patrimoniali, avviate circa tre anni fa, hanno consentito di ricostruire la “carriera criminale” dei due uomini, il calabrese e il romano.  A.C. esponente di una nota cosca calabrese, di Oppido Mamertina, nonché consuocero di un boss assassinato l’1 febbraio del 2008, si era trasferito successivamente  nella zona dei Castelli Romani (a Rocca di Papa) investendo notevoli capitali, derivanti da reati di bancarotta fraudolenta e seriali intestazioni fittizie di beni con finalità elusive e agevolative, in un complesso immobiliare adibito ad albergo-ristorante rilevato dal pregiudicato romano. 

Il romano

G.F., noto usuraio, fin dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso, è stato accostato a personaggi - defunti - legati alla mafia del Gargano e al commercialista del cassiere di Cosa Nostra, Pippo Calò e ad appartenenti alla cosiddetta Banda della Magliana e alla camorra, ed è emerso come collettore dei proventi della criminalità mafiosa per fini di riciclaggio, realizzando a tal fine ingenti investimenti anche mediante il ricorso a una schiera di prestanome.

Fondi di reddito illecite

La disposta misura di prevenzione patrimoniale, non ancora definitiva, certifica la rilevante sproporzione tra fonti di reddito lecite, attività economiche esercitate e complesso patrimoniale posseduto direttamente o indirettamente dai due uomini. 

I beni confiscati 

Il compendio oggi confiscato, già sottoposto a sequestro di prevenzione ai sensi del codice antimafia nel marzo 2022,  comprende la totalità delle partecipazioni di una società di capitali con sede a Roma, attiva nel settore immobiliare; un complesso immobiliare, sito a Roma, costituito da locali commerciali di estesa superficie; immobili per civile abitazione siti in Gioia Tauro (Reggio Calabria); una polizza assicurativa del valore di 150mila euro, disponibilità finanziarie per oltre quattrocentomila euro, un complesso immobiliare già adibito ad albergo – ristorante, ubicato a Rocca di Papa (in provincia di Roma), per il quale la protezione civile ha manifestato interesse all’assegnazione per la realizzazione di un presidio operativo. Rientrano, infine, tra i beni in confisca, anche due zanne di avorio elefantino di cospicuo valore economico.

Operazione Ragnatela 

L’esecuzione del provvedimento in argomento ha visto impegnati oltre agli uomini della divisione anticrimine della questura di Roma anche il personale di 7 commissariati di polizia sul territorio di Roma e provincia. Inoltre l’operazione ha richiesto la collaborazione della divisione anticrimine della questura di Reggio Calabria e del commissariato di Gioia Tauro.

L'Operazione Ragnatela costituisce il risultato della costante e incisiva azione di contrasto alla criminalità organizzata, tesa al recupero dei patrimoni illecitamente accumulati, svolta, nell’ambito delle prerogative del questore, dagli specialisti della divisione anticrimine.

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