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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Musicista pestato a Monti: il pm chiede 3 condanne da 6 a 14 anni

Alberto Bonanni venne picchiato, il 26 giugno 2011, al rione Monti. Oggi il pm ha chiesto tre condanne e un assoluzione. Due persone sono già in carcere per l'aggressione

Tre condanne e un'assoluzione sono state chieste dal pubblico ministero, Silvia Sereni, al processo per il pestaggio subito al Rione Monti, la sera del 26 giugno 2011, dal musicista Alberto Bonanni. Il pubblico ministero ha chiesto per Massimiliano Di Perna, accusato come gli altri di tentato di omicidio, la condanna a 14 anni di reclusione, indicandolo come promotore dell'aggressione. Dodici anni e sei mesi ciascuno sono stati chiesti per Gaetano Brian Bottigliero e Gianluca Biscossi. L'assoluzione per non aver commesso il fatto è stata, invece, chiesta per Emiliano Brugnoli. Le richieste di pena di oggi si aggiungono alle sentenze, arrivate con rito abbreviato il 21 maggio scorso, per Carmine D'Alise e Cristian Perozzi, entrambi condannati a nove anni di reclusione.

I FATTI - La sera del 26 giugno, Alberto ha appena finito di suonare, con il suo gruppo, in un locale del rione Monti e si intrattiene in strada a chiacchierare con gli amici. Un residente, il pittore Massimiliano Di Perna, infastidito dagli schiamazzi scende in strada ed intima ai ragazzi di smetterla. La situazione precipita immediatamente: il musicista è circondato e pestato in maniera brutale. Il tutto mentre Di Perna incita il resto del branco a colpire il giovane sempre più forte. Il ruolo di 'promotore' dell'aggressione da parte del pittore è ,infatti, riconosciuto anche dal pubblico ministero che ha chiesto, per lui, pene superiori rispetto al resto degli indagati. 

LO STATO DI SALUTE - Le condizioni di Alberto Bonanni appaiono sin da subito disperate: fratture multiple alla faccia, al naso e all'orbita destra. Nei giorni immediatamente successivi all'aggressione si diffonde addirittura la voce di una sua morte. Il decesso del ragazzo viene smentito, ma il giovane entra in coma e da quel giorno vive in stato vegetativo. Per di più, lo stato di salute di Alberto Bonanni era, all'epoca dei fatti, già compromesso per una forma tumorale al cervello. L'aggressione subita non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Come chiarito dal pm: "Il trauma cranico subito da Bonanni - ha spiegato il pubblico ministero - ha in concreto determinato l'aggravarsi delle sue condizioni e comunque non sarebbe mai andato in coma se quella sera non ci fosse stata la feroce aggressione". 

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