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Cronaca Finocchio / Via di Vermicino

Morto Nando Broglio, il vigile del fuoco eroe che parlava con Alfredino Rampi

Il pompiere del Gruppo Tuscolano fu uno dei soccorritori che provò a salvare la vita al piccolo di 6 anni morto dopo essere caduto in un pozzo a Vermicino nel giugno del 1981

E' morto Nando Broglio, il vigile del fuoco che 36 anni provò a salvare Alfredino Rampi, il bimbo di 6 anni morto dopo essere caduto in un pozzo artesiano in località Selvotta, a Vermicino. Il pompiere, venuto a mancare ieri 28 giugno all'età di 77 anni, parlò per ore con il piccolo con il megafono, mentre i suoi colleghi tentavano ogni soluzione per tirarlo fuori. La tragedia tenne con il fiato sospeso tutti gli italiani per tre giorni (dal 10 al 13 giugno del 1981) per poi concludersi tragicamente con la morte di Alfredino Rampi. A ricordarlo anche i vigili del fuoco, che sulla propria pagina twitter scrivono: "Morto il #vigiledelfuoco Nando Broglio: sostenne il piccolo Alfredino nel pozzo di #Vermicino parlandogli per oltre 24ore con un megafono".

ALFREDINO RAMPI - Un fatto di cronaca che ha segnato l'Italia, che tutti conoscono, che nessuno dimentica. Il piccolo Alfredino, sei anni, era caduto in un pozzo artesiano in via Sant'Ireneo, in località Selvotta, una piccola frazione di campagna vicino a Frascati, lungo la via di Vermicino. Rimasto intrappolato a 60 metri di profondità ha perso la vita dopo tre giorni di vani tentativi di salvataggio. Una corsa mortale contro il tempo che, per la prima volta nella storia del paese, è stata ripresa minuto per minuto. Una diretta "del dolore" che ha sdoganato qualunque pudore mediatico. Rai 1, Rai 2, Rai 3, speleologi, volontari, familiari, curiosi che hanno accerchiato quel pozzo, non transennato, per ore.   

LA CADUTA - Intorno alle 19 di mercoledì 10 giugno 1981, il piccolo Alfredo Rampi sta tornando da una passeggiata in campagna con il padre Ferdinando. Poco distante da casa, chiede di poter continuare il cammino da solo. Il padre acconsente, ma il piccolo non torna a casa e i genitori alle 21 e 30 allertano le forze dell'ordine. Vane le ricerche nella campagna circostante. Alle 24 l'agente di polizia Giorgio Serranti si accorge che dall'imboccatura di un pozzo artesiano, coperto da un bandone di lamiera e sito a poca distanza dalla casa dei Rampi, provengono lamenti. E' Alfredino. 

Alfredino Rampi-2I TENTATIVI FALLITI - Sul posto i Vigili del Fuoco assumono il comando delle operazioni di salvataggio. Il bambino viene localizzato a 36 metri di profondità. Si prova a calare nell'imboccatura una tavoletta legata a corde, per consentire al bimbo di aggrapparsi, ma si fa peggio che meglio: la tavoletta si incastra e ostruisce il condotto. I soccorritori comunicano con Alfredo tramite un ricetrasmettitore a filo fatto scendere nella cavità. 

TUNNEL PARALLELO - Calare una persona direttamente nel pertugio è difficile perché troppo stretto, si pensa di scavare un tunnel parallelo al pozzo con un trivella, da cui aprire un cunicolo orizzontale che consenta di arrivare alla cavità. La perforazione si rivela impossibile per i duri strati di roccia incontrati, anzi, fa peggio perché le vibrazioni fanno calare Alfredino ancora più giù. Si prova con una seconda trivella più potente. Invano. Alcuni volontari si propongono per scendere direttamente nel pozzo e provare a togliere la tavoletta. Nessuno riesce ad avvicinarsi a sufficienza al piccolo Alfredo, che intanto viene nutrito con una lunga sonda collegata a una flebo. Intorno al pozzo si raccoglie una folla di dieci mila persone. Ambulanti vendono cibo e bevande, tutti possono avvicinarsi perchè non ci sono transenne. 

LA MORTE - Un caos delirante che certo non ha aiutato la macchina dei soccorsi, più volte sotto accusa per inefficienza e disorganizzazione. Sul posto il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini e le telecamere che continuano a riprendere imperterrite senza sosta. Volontari su volontari che si calano nel pozzo tornando indietro senza successo fino alle 5 del mattino del 13 giugno, quando uno di loro risale annunciando la morte di Alfredino. 

CENTRO ALFREDO RAMPI - Il corpo del bimbo fu recuperato un mese dopo, e seppellito al Verano. Qualche mese dopo la morte del figlio, la madre, Franca Rampi, fondò il "Centro Alfredo Rampi" (poi divenuto una ONLUS), che da allora si occupa di formazione alla prevenzione e di educazione al rischio ambientale. È ormai accertato che nei soccorsi mancarono organizzazione e coordinamento. Di tutti gli errori e le manchevolezze la donna parlò al presidente Pertini, intervenuto sul luogo della tragedia, promuovendo di fatto la nascita della Protezione Civile, all'epoca ancora solo sulla carta.
 

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