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Cronaca Via di Tor Pignattara

Addio a Mustapha, l'amico degli abitanti di Torpignattara

Nato in Marocco, il senza dimora è deceduto lo scorso 19 dicembre alla Marranella

Croce e delizia degli abitanti di Torpignattara: da una parte chi lo piange, dall'altra chi lo considerava un problema. Mustapha Fannane è morto e da giorni nel quartiere non si parla d'altro. Nato in Marocco, Mustafa, con la f come lo conoscevano in tanti, si è spento lo scorso 19 dicembre alla Marranella. Colto da un arresto cardiocircolatorio è stato trasportato d'urgenza all'ospedale Vannini dove è poi deceduto.  

A ricordarlo per le strade del quartiere alcuni messaggi, lasciati su uno dei marciapiedi dove era solito stazionare: "Per il bene che ti abbiamo voluto noi di Torpignattara. Al nostro grande amico Mustafa. E che adesso possa trovare la pace". Ed ancora "Auguri Mustafa, ovunque tu sei". 

Conosciuto da tutti gli abitanti del quartiere, Mustapha era salito numerose volte alla ribalta delle cronache cittadine. Eloquente, per raccontare la sua figura, quanto accaduto nel settembre del 2020 quando l'allora presidente del V municipio Giovanni Boccuzzi sollevò quello che passò alle cronache come il "Caso Mustafa". "E' stato allontanato fuori dalla Capitale con conseguente procedura di espulsione”. Si tratta di un “impegno che abbiamo preso in una riunione del 15 luglio scorso con i cittadini di Tor Pignattara che ha portato finalmente a un risultato”, le parole dell'allora minisindaco. 

Persona ben nota da tutti, il 38enne nordafricano passava molte ore lungo i marciapiedi della via che porta il nome del quartiere, la principale, e spesso si faceva notare con comportamenti insoliti che infastidivano i passanti o li intimorivano. A scatenare il caso una sua foto, che lo immortalava seduto sul cofano di un'auto della polizia locale mentre la Marranella si allagava a causa della rottura di una tubatura. Portato in un centro di permamenza per i rimpatri di Torino, Mustapha poco dopo ritornò a Torpignattara, riaccendendo il dibattito da chi non lo voleva più vedere e che invece si prodigava per aiutarlo a vivere in maniera diversa. Torino ma non solo, il 38enne fu trasferito anche al centro di accoglienza palazzo San Gervasio di Potenza, da cui poi si allontanò ritornando ancora nella sua amata Torpignattara. 

Senza dimora nordafricano che tornò sui giornali romani anche nell'ottobre del 2021, quando venne arrestato dalla polizia locale di Roma Capitale per "atti osceni" in luogo pubblico. 

Molte le persone che negli anni gli hanno teso una mano, come il direttore del Todis del quartiere che gli dava del denaro e da mangiare. Un modo per aiutarlo ed evitare che potesse creare problemi ai clienti dell'esercizio commerciale, davanti al quale era solito stazionare diverse ore. 

Argomento di discussione da vivo, ma anche da morto. Basta infatti leggere i commenti sui gruppi di quartiere di Torpignattara per comprendere quanto la sua presenza abbia spaccato nettamente il pensiero degli abitanti di Torpignattara, fra "garantisti" e "colpevolisti". 

"Mi domando dov'erano queste persone quando lui urlava, spostava mobili, beveva, dava fuoco ai cassonetti, molestava persone (di norma ragazze), correva dietro ad altri con bottiglie rotte, faceva capriole in mezzo alla strada, fermava il traffico o non ti faceva chiudere occhio la notte dal casino che “organizzava” e potrei continuare - scrive una residente su un gruppo WhatsApp di quartiere -. Mi dispiace per lui, umanamente parlando, e non mi vergogno a dire che sono stato tra i primi a recarmi al municipio per vedere se era possibile prendere qualche provvedimento ma niente è stato fatto". 

"Che tristezza per lui e per quelli come lui che per scelta o per obbligo vivono questa disperata condizione - scrive una residente sul gruppo facebook Torpignattara - a dù passi dar centro de Roma - . E noi? Pensiamo al natale andando a comprare l'inutile e se ci chiedono una coperta? abbiamo difficoltà economiche. Che cosa è il natale se non è prima nei nostri cuori?".

A ricordarlo anche il comitato di quartiere di Torpignattara: "Da sempre su di te si è detto tutto e il contrario di tutto, anche adesso che sta circolando la notizia della tua morte. Hai riempito le nostre strade con la tua presenza e la tua voce, impossibile da ignorare. Hai diviso la cittadinanza come pochi, tra chi ti voleva comunque bene e chi ti additava come il grande problema di Tor Pignattara, chi aveva paura e chi ha saputo avvicinarti e conoscerti. Resta il dispiacere che il “sistema” delle istituzioni a nessun livello, locale e nazionale, abbia saputo fare di più, e che persone come te e situazioni come la tua siano destinate a rimanere così, in un limbo, in cui nessuno sembra capace di intervenire se non in modo estemporaneo, lasciando i problemi a macerarsi e le paure a gonfiarsi, mettendoci una pezza dopo l’altra, finché non interviene il destino", 

Croce e delizia del quartiere, Mustapha continua a far parlare di sè anche da morto: "Mamma Torpigna ti ha voluto bene Mustafa, adesso riposa in pace". 

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