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Mercoledì, 4 Ottobre 2023
Cronaca

La morte di Willy, fratelli Bianchi ora accusati di omicidio volontario. Il Gip: "Consapevoli del rischio di uccidere"

Marco e Gabriele Bianchi sono accusati di aver pestato a morte il giovane Monteiro fuori da un locale di Colleferro. La stessa accusa riguarda le altre due persone coinvolte nella vicenda: Mario Pincarelli e Francesco Belleggia

Si aggrava la posizione dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, accusati di aver pestato a morte il 21enne Willy Monteiro Duarte fuori da un locale di Colleferro lo scorso 5 settembre. La Procura di Velletri contesta ai due il reato di omicidio volontario e non più quello di omicidio preterintenzionale. La stessa accusa riguarda le altre due persone coinvolte nella vicenda: Mario Pincarelli e Francesco Belleggia.

Durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto davanti al Gip, Marco e Gabriele Bianchi lo scorso settembre respinsero  le accuse: "Siamo dispiaciuti e distrutti perché siamo accusati di un omicidio che non abbiamo commesso. Non abbiamo toccato Willy Monteiro. Respingiamo ogni accusa. Siamo intervenuti per dividere". Nel frattempo la loro posizione si è aggravata, così come quella dei loro amici. A dicembre, inoltre, in un altro procedimento in cui sono coinvolti, fu ricostruito anche come i due fratelli gestivano un giro di spaccio.

La nuova accusa mossa ai fratelli Bianchi, a Pincarelli e Belleggia è contestata in una nuova ordinanza di custodia cautelare notificata ai quattro indagati dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Colleferro, al termine di ulteriori indagini.

Willy è stato colpito ripetutamente in parti vitali

"Tutti gli elementi conducono naturalmente a ritenere che i quattro indagati non solo avessero consapevolmente accettato il rischio di uccidere Willy, ma colpendolo ripetutamente, con una violenza del tutto sproporzionata alla volontà di arrecargli delle semplici lesioni, avessero previsto e voluto alternativamente la morte o il grave ferimento della vittima", scrive il gip di Velletri Giuseppe Boccarrato nell'ordinanza.

Le notizie sull'omicidio di Willy Monteiro

"Tutti gli elementi confortano senza possibilità di dubbio la qualificazione del fatto in quanto, per la modalità dell'azione, realizzata da più persone coordinate, per la localizzazione e violenza dei colpi, inferti in più parti vitali - si legge nell'ordinanza - per le condizioni in cui versava la vittima, colpita alla sprovvista nella prima fase e poi addirittura quando si trovava inerme in terra nella seconda, e per l'esperienza nelle tecniche di combattimento dei fratelli Bianchi e del Belleggia, va senza dubbio esclusa la condizione minima per contestare l'omicidio preterintenzionale, ovvero la divergenza assoluta tra il risultato voluto e quello effettivamente realizzato".

Le dichiarazioni dei testimoni

Ad avvalorare l'accusa più grave dell'omicidio volontario, per il gip, anche le dichiarazioni dei testimoni. "Gli informatori sentiti nel corso delle indagini confermavano che Willy veniva aggredito nonostante fosse del tutto estraneo alla discussione in corso tra Belleggia e gli amici di Zurma, sicché i quattro indagati nel colpirlo e infierendo con crudeltà su un ragazzo inerme, erano animati semplicemente - sottolinea il gip - dalla volontà di dimostrare la forza del proprio gruppo".

 Nella prima ordinanza, quella che ha portato all'arresto del gruppo accusato della morte di Willy, Emanuele - uno dei testimoni che conosceva la giovane vittima - così aveva raccontato quei tragici momenti: "Uno aveva la camicia bianca e il tatuaggio di una lacrima sotto l'occhio, e altri tatuaggi (riconducibile a Mario Pincarelli da rilievo fotografico ndr), l'altro aveva l'avambraccio ingessato (riconducibile a Francesco Belleggia ndr). Ricordo anche altri tre ragazzi, uno con una polo verde con capelli corti (riconducibile a Marco Bianchi da rilievo fotografico ndr), l'altro con un vistoso tatuaggio sul collo. Il terzo non lo ricordo. Tutti sferravano colpi violenti contro me e Willy. - quindi la parte più cruda - Ho un vivido ricordo di un paio di loro, non ricordo bene chi, che addirittura saltavano sul corpo di Willy steso e già in lacrime".

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