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Cronaca Casal Bertone / Largo San Giuseppe Artigiano

Portonaccio, la grata non c'era e nessuno lo segnalava: ecco come è morta Tiziana

Proseguono gli accertamenti della Procura per fare luce sulla morte del 37enne precipitata nei garage sotterranei di largo San Giuseppe Artigiano

E' precipitata nel vuoto perchè non c'era la grata di protezione e nessuno lo aveva segnalato. Questo uno dei principali fattori che ha determinato la morte di Tiziana Laudani, la 37enne caduta nei garage sotterranei di Portonaccio la sera dello scorso 9 agosto e deceduta a causa delle lesioni riportate nel volo di oltre otto metri. Secondo quanto si apprende la grata che avrebbe dovuto garantire la sicurezza dei passanti in largo San Giuseppe Artigiano non era posizionata come doveva, cosa di cui non si era accorta la vittima poi precipitata e morta nel lucernaio dei parcheggi posti sotto al livello stradale i cui lavori sono fermi dal 2009. Dunque un primo nodo sciolto, venuto alla luce dopo i primi accertamenti fatti dalla Procura di Roma per fare piena luce sulla dinamica dell'accaduto. 

OMICIDIO COLPOSO - Una tragedia in relazione alla quale la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine a carico di ignoti in cui si ipotizza il reato di omicidio colposo. Seppur in un'area isolata e priva di illuminazione, la via sulla quale Tiziana Laudani stava camminando assieme ad un 28enne algerino, anch'egli precipitato nel vuoto e poi medicato al Policlinico Umberto I, era una stradina pubblica, a quanto si apprende solo parzialmente transennata, dove la mancanza della grata non era segnalata. Essendo il luogo dell’incidente una strada pubblica, l’intenzione degli inquirenti è quella di verificare eventuali responsabilità da parte di chi avrebbe dovuto occuparsi della sicurezza del luogo, e non escluso che con gli sviluppi dell’inchiesta si possa arrivare a ipotizzare anche il reato di omissione di atti d’ufficio.

PROTESTE DEI RESIDENTI - Una mancanza che riporta in auge le numerose proteste di cittadini e comitati di quartiere proprio per chiedere la messa in sicurezza di largo San Giuseppe Artigiano. Cortei e manifestazioni messe in atto in particolar modo dal Comitato Beltramelli-Meda-Portonaccio, con il presidente Fabrizio Montanini che poche ore dopo la tragedia denunciava: "Ci piange il cuore sapere che le tante nostre iniziative non siano riuscite a far riqualificare la piazza più importante del quartiere e a far evitare così questa tragedia". 

LA RABBIA DOPO LA TRAGEDIA - Lo stesso Fabrizio Montanini, è poi risceso sotto il cantiere della discordia una volta avvenuta la tragedia: "E' tanto il dolore e ancor di più la rabbia verso chi, nonostante le tante recenti proteste di noi cittadini, non ha messo in sicurezza Largo San Giuseppe Artigiano, dandogli almeno maggior illuminazione. Una piazza dove sono presenti l'accesso a un parco e a una chiesa, oltre ai palazzi abitati. Poteva essere un bambino la vittima. Chi ci governa - conclude il presidente del Comitato Beltramelli-Meda-Portonaccio - deve farsi carico di questa tragedia che è la conseguenza di una politica corrotta e incurante dei cittadini. Il colpevole di questa tragedia è la pubblica Amministrazione". 

IL CANTIERE MAI CHIUSO - Dunque un problema di responsabilità della pubblica amministrazione. L'area di largo San Giuseppe Artigiano, di proprietà del Comune di Roma, è stata concessa ad un gruppo societario nell'anno 2006 per la realizzazione di un parcheggio interrato. A seguito di fallimento e di inchieste giudiziarie, però, l'opera non è mai stata portata a termine, da qui l'abbandono. Più di un anno fa, nel giugno del 2015, alcuni residenti lanciarono un primo grido d'allarme, a Roma Today denunciando il disagio alla circolazione creato dalla presenza del cantiere mai chiuso, la situazione di degrado e abbandono e anche l'assenza di sicurezza: "Pericolo e angoscia non solo per i residenti ma anche per gente di passaggio". Qualche mese più tardi, nel novembre dello stesso anno, in largo San Giuseppe Artigiano anche una coltre di fumo che si è sprigionato dai locali sotterranei dove vivevano "occupanti abusivi" e che ha richiesto l'intervento dei vigili del fuoco.

L'EX PRESIDENTE DEL MUNICIPIO - A fare chiarezza sullo stato dei lavori e sulle sorti di largo San Giuseppe Artigiano, nell'aprile di quest'anno, l'allora minisindaco Emiliano Sciascia, in un'intervista rilasciata al nostro giornale ha definito il Municipio "spettatore interessato" precisando che nel "2009 è stato rilasciato il permesso per la costruzione e i lavori sono stati interrotti per problemi di natura finanziaria del concessionario la Società SILE srl. che successivamente è fallita - ancora - L’opera risulta incompleta in quanto manca la sistemazione di superficie, che non rende fruibile la piazza e le finiture interne". Nella stessa occasione ha specificato: "Dopo numerose segnalazioni da parte del Municipio e del IV Gruppo, il Dipartimento alla Mobilità ha intimato al curatore fallimentare, e prima alla società, di provvedere alla manutenzione ricevendo in cambio la disponibilità ad effettuare solo interventi minimi di emergenza".“

ESAME AUTOPTICO - In attesa dei risultati completi dell'autopsia, che dovrà anche chiarire lo stato psicofisico della 37enne al momento della caduta, l'esame preliminare sul corpo della donna sembra confermare che la morte di Tiziana Laudani sarebbe stata effettivamente causata dal violento impatto al suolo dopo una caduta di quasi dieci metri. 


 

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