Cucchi, un documento conferma che la lesione della vertebra risale al 2003
Messo a disposizione delle parti un certificato medico datato 22 settembre 2003 che darebbe ragione alla tesi della Procura
Mentre si è in attesa dei risultati della maxi perizia affidata dalla Terza Corte d'assise di Roma per stabilire la causa della morte di Stefano Cucchi, il geometra di 31 anni fermato a Roma il 15 ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo all'ospedale 'Sandro Pertini', i pm non si fermano e continuano a cercare documenti in grado di fare chiarezza su uno dei punti più dibattuti dalla vicenda: la datazione della lesione lombare trovata sul corpo del giovane nel corso dell'autopsia.
Per i consulenti della parte civile la lesione sarebbe contestuale al pestaggio che il giovane avrebbe subito il 16 ottobre 2009 divenendo causa scatenante del precipitare delle sue condizioni; per i consulenti della difesa, invece, non ci sarebbero dati certi che depongano a credere che la frattura a livello lombare fosse da trauma recente.
Adesso è stato messo a disposizione delle parti un ulteriore documento medico datato 22 settembre 2003 (quasi sei anni prima della morte di Cucchi) che attesta un ricovero presso l'ospedale di Marino in seguito a un incidente stradale. Nello stesso, i medici attestato una diagnosi precisa: "trauma lombare con frattura amielica di L3", ovvero proprio nella zona lombare.
Attestazione, questa confermata da un ricovero conseguente all'ospedale di Ostia. Fatti, questi, che, aggiunti a un altro certificato medico che, risalente allo 25 agosto 2003, vedrebbe Cucchi all'ospedale Sandro Pertini per dolori lombari in seguito a una caduta accidentale. I referti, quindi, confermerebbero la tesi della Procura e degli agenti della Polizia penitenziaria imputati (uno dei quali difeso dall'avvocato Diego Perugini), secondo la quale Cucchi non morì per quella lesione ma per la negligenza di chi lo ebbe in cura.
Tant'è che sotto processo, a vario titolo e a seconda della posizioni, ci sono dodici persone: sei medici, tre infermieri e tre agenti penitenziari. Il 19 settembre prossimo, nuova udienza del processo: i tecnici nominati dalla Corte dovranno rendere noti i risultati della loro perizia, ma non è escluso che chiedano una nuova proroga dei termini per il deposito.