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Cronaca Ladispoli / Via Napoli

Morte Antonelli, l'attrice viveva isolata con il solo sostegno del Comune di Ladispoli

Dopo il processo del 1991, l'attrice era caduta in uno stato di depressione e dal 2009 fu proprio il Comune a fornirle l'assistenza dei servizi sociali e di un tutore legale

Laura Antonelli si è spenta ieri a Ladispoli, stroncata da un infarto all'età di quasi 74 anni. Le sua ultime volontà chiedono che i funerali e la sepoltura avvengano nella cittadina.

Sì, perché proprio con Ladispoli, in cui viveva da 10 anni, l'attrice aveva un legame forte, perché era proprio il Comune a sostenerla, soprattutto dopo gli anni del processo: le aveva, infatti, fornito un avvocato e il personale del servizio socio assistenziale. Perché lei viveva da sola, nella casa di via Napoli, con 500 euro di pensione al mese, dicendo di voler essere dimenticata.

Nel 1991, nella sua casa di Cerveteri i Carabinieri trovarono 36 grammi di cocaina, che causarono alla Antonelli l'arresto, poi trasformatosi nei domiciliari. Fu istituito un processo, che la condannò in primo grado a 3 anni e mezzo per spaccio. Per l'assoluzione piena dovette aspettare 9 anni, fino al 2000, quando fu acceratato che la droga che aveva in casa era destinata solo a uso personale e non allo spaccio.

Ma quella vicenda l'ha lasciata fortemente segnata: persino il tentativo di riacquistare la celebrità con 'Malizia 2000' fallì. Da allora, Laura Antonelli si è ritirata definitivamente dalle scene e ha iniziato a vivere isolata. Più di una volta è stata ricoverata al centro di Igiene mentale di Civitavecchia. Per questo, i suoi legali hanno citato in giudizio il Ministero di Grazia e Giustizia, chiedendo un adeguato risarcimento. Nel 2003, questo le viene riconosciuto di diecimila euro, diventati 108.000 più interessi dopo il ricorso in appello nel 2006.

Ma proprio questa vicenda giudiziaria ha impedito all'attrice di usufruire della legge Bacchelli, quella che garantisce un fondo ai cittadini illustri che versano in condizioni di necessità. Ma il destinatario non deve aver mai subito condanne penali. E proprio questa clausola della legge, nonostante l'assoluzione, l'ha portata a vivere con la sua sola pensione di 500 euro circa.

A quel punto, a sostenerla ci ha pensato il Comune di Ladispoli, che nel 2009 ha chiesto per la Antonelli l'interdizione, in modo da tutelarla e garantirle la presenza di tutori legali: questi erano il sindaco di Ladispoli Crescenzo Palliotta e l'avvocato comunale Mario Paggi, sotto l'egida dei servizi sociali.

E ora, lo stesso il Comune ha espresso la volontà di dedicarle un luogo di cultura. A darne notizia è BaraondaNews, quotidiano della zona. Il giornale ha riportato, infatti, un'intervista dell'assessore ai servizi sociali, Roberto Ussia. Il quale, ricostruendo gli ultimi anni dell'attrice, ha espresso questa intenzione di intitolarle qualche luogo, in memoria di questa nostra "esimia concittadina".

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