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Cronaca

È morta Lina Wertmüller, la regista romana aveva 93 anni. Lutto nel mondo del cinema

A darne l'annuncio un amico di famiglia sui social. "Roma le darà l'ultimo saluto allestendo la camera ardente in Campidoglio", ha detto Gualertieri

È morta Lina Wertmüller, una delle più grandi registe italiane. Aveva 93 anni. A diffondere la notizia è stato un amico di famiglia sui social. Protagonista della nostra cinematografia con film passati alla storia come Mimì metallurgico ferito nell’onore, Film d’amore e d’anarchia o Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto. 

Lina Wertmüller era nata a Roma il 14 agosto 1928, figlia di Federico Wertmüller, un avvocato e proveniente da una famiglia aristocratica di remote origini svizzere, e di Maria Santamaria-Maurizio, romana. È zia dell'attore Massimo Wertmüller. A diciassette anni si iscrive all'accademia teatrale diretta da Pietro Sharoff; in seguito, per alcuni anni, è animatrice e regista degli spettacoli del teatro dei burattini di Maria Signorelli.

Successivamente ha collaborato con celebri registi teatrali, tra i quali Guido Salvini, Giorgio De Lullo e Garinei e Giovannini. Ha lavorato sia per la radio sia per la televisione, e in veste di autrice e regista alla prima edizione di Canzonissima e Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone protagonista maschile.

Per le registe è sempre stata un esempio, non solo perché è stata la prima regista ad avere avuto successo dal punto di vista commerciale, ma anche perché erano in poche a fare questo mestiere. In un'intervista, alla domanda se aveva avuto difficoltà in quanto donna dietro la macchina da presa ha risposto: "Me ne sono infischiata. Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva. Ho avuto un carattere forte, fin da piccola. Sono stata addirittura cacciata da undici scuole. Sul set comandavo io. Devi importi. Gridavo e picchiavo. Ne sa qualcosa Luciano De Crescenzo durante le riprese di Sabato, domenica e lunedì con Sophia Loren. Non faceva altro che gesticolare con l'indice di una mano e così per farlo smettere gli "azzannai" il dito".

La carriera di Lina Wertmüller

Il suo esordio come regista avviene nel 1963 con I basilischi, amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del sud Italia (il film fu girato in gran parte tra la Basilicata, a Palazzo San Gervasio, e la Puglia, a Minervino Murge), che le valse la Vela d'argento al Locarno Festival. Nel 1968, celata sotto lo pseudonimo Nathan Witch, dirige un western all'italiana, Il mio corpo per un poker con Elsa Martinelli. Nella seconda metà degli anni sessanta nasce la sua collaborazione con l'attore Giancarlo Giannini, che è presente nei suoi grandi successi Mimì metallurgico ferito nell'onore (1972), Film d'amore e d'anarchia - Ovvero "Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza..." (1973), Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto (1974), Pasqualino Settebellezze (1976), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978).

Per Pasqualino Settebellezze, che ebbe successo anche negli Stati Uniti, la Wertmüller è candidata a tre Premi Oscar nella cerimonia del 1977 (migliore regia, miglior film straniero, migliore sceneggiatura), mentre una quarta candidatura arriva a Giancarlo Giannini per la sua interpretazione del protagonista. Nel 2020 ha vinto il premio Oscar alla carriera. 

Il commento di Gualtieri 

"Con Lina Wertmüller se ne va una leggenda del cinema italiano, una grande regista che ha realizzato film densi di ironia e intelligenza, la prima donna candidata all'Oscar per la miglior regia. Roma le darà l'ultimo saluto allestendo la camera ardente in Campidoglio", ha detto il sindaco Roberto Gualertieri.

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