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Cronaca Malagrotta / Via di Malagrotta

Discariche: Monti dell'Ortaccio torna in pole, da febbraio già si scava

Congelate Riano e Corcolle, per il post Malagrotta torna l'ipotesi Monti dell'Ortaccio: poco distante da Malagrotta e di proprietà di Cerroni. Si punta anche su Pizzo del Prete

L'emergenza rifiuti della capitale torna alla ribalta, rilanciata dagli interventi e dalle dichiarazioni dei diretti interessati chiamati a risolvere il problema del post Malagrotta. Problema che sembra aver subito un imminente cambio di rotta che farebbe intravedere la soluzione del problema nella zona di Monti dell'Ortaccio. Uno scacchiere di frazioni, comuni e residenti, quello che si è delineato, sui cui si muovono le dame dell'emergenza rifiuti e che lo scacco arrivasse in questo modo non era scontato, ma forse non al di fuori di ogni previsione.

L'ipotesi era già balenata l'anno scorso, quando le pedine erano posizionate in modo molto diverso e torna ora indicando proprio la zona di proprietà di “Re Manlio” Cerrone (presidente del consorzio Colari che gestisce Malagrotta ndr) e a poca distanza dalla vecchia discarica che continua a ricevere proroghe alla chiusura; l'ultima, firmata da Pecoraro, prevede la chiusura a giugno prossimo.
Monti dell'Ortaccio era stata proposta in seguito a uno studio della regione, insieme a Pizzo del Prete a Fiumicino e ora tornano in pole tanto da far sbilanciare Alemanno: “Ho detto che Monti dell'Ortaccio sarebbe sbagliato, perché è a fianco a Malagrotta, in una situazione particolarmente compromessa da un punto di vista ambientale. Ho anche detto che ci rimettiamo integralmente alla decisione tecnica del ministro e del commissari”.
Che Cerroni possa essere ben contento dell'idea lo si sa dalle sue dichiarazioni del 2010 durante una conferenza sui rifiuti organizzata da Federlazio, in cui disse: " La discarica di Monti dell'Ortaccio è pronta. E' un territorio di 300 ettari che sono nostri. Già qualche anno fa abbiamo cominciato a realizzare una vasca di 500 metri cubi per il cdr. Non ci sarebbero problemi."
Quello che invece Legambiente denunciava a febbraio scorso è più curioso: operazioni di sbancamento atte alla preparazione della zona di Monti dell'Ortaccio alla realizzazione di una discarica.

Il bandolo della matassa dell'emergenza rifiuti romana rimane sempre quello dei siti che dovranno ospitare la nuova discarica, tenendo in piedi la volontà di chiudere Malagrotta. Volontà che oggi è stata messa in dubbio proprio da Clini che, senza troppe perifrasi ha comunicato: “Vorrei capire se si può trovare una soluzione a breve. Delle due l'una: o Malagrotta forever o c'è la possibilità concreta di trovare una soluzione.” Molto semplice: o si decide dove o Malagrotta non si chiude.
Così, mentre i comitati di Albano fanno i conti con la sconvolgente dichiarazione del ministro sul riprendere dei lavori per l'inceneritore, nella capitale i comitati tremano al pensiero di una Malagrotta funzionante ad aeternum o a quello di un nuovo sito che, come dice Pecoraro: “ha le sue problematiche – perché - dei siti visionati nessuno è perfetto, ciascuno presenta delle criticità.”
Corcolle, nonostante sia stata indicata ufficialmente come sito per il post Malagrotta, sembra essere quotata sempre meno tra quelli possibili, a farle perdere posizioni tra la top seven delle discariche ci sono mesi di proteste, manifestazioni pubbliche e soprattutto i vincoli patrimoniali con Villa Adriana e il no del ministro Ornaghi, sottolinato poi dal collega Clini: “Ornaghi ha espresso nettamente la sua opinione, la situazione è difficilmente aggirabile.” Insieme a Corcolle tramonta anche Riano: troppe le sollevazioni popolari e il clamore della scelta.

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