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Cronaca Tufello

"Infami, ora ve servono i carri armati": la rabbia delle donne degli Intoccabili del Tufello sotto la Questura

Appena dopo il blitz della Polizia le mogli e le fidanzate degli arrestati hanno insultato le forze dell'ordine. Il sottosegretario di stato al Ministero dell'Interno: "Lo Stato è presente con i fatti"

Si sono presentate fuori la Questura, negli uffici di via di San Vitale, a Roma. Avevano portato anche cornetti e caffè, con la speranza di vedere i propri cari. Cosa impossibile, perché erano stati tutti appena arrestati. E' quanto successo ieri mattina, dopo il maxi blitz della Polizia al Tufello che ha portato all'arresto di 20 persone (qui la notizia completa). 

L'operazione, che ha smantellato il sodalizio criminali con a capo due romani, Christian Primavera e Fabio Guida, ha scosso il popoloso e popolare quartiere del municipio di Montesacro alle prime luci di giovedì 8 novembre. Ieri, mentre gli uomini venivano portati in Questura, prima degli obblighi cautelari ai quali sono stati sottoposti, le loro moglie e fidanzate hanno fatto lo stesso tragitto. 

Tutti i nomi degli arrestati

Al divieto, scontato, di vedere i proprio cari nei momenti dell'arresto, le donne hanno iniziato a lanciare insulti e minacce dirette ai poliziotti gridando, sotto gli uffici della Questura. "Infami, ora nel quartiere potete entrare solo con i carri armati", questo il succo del messaggio ripetuto più volte dalle 7 donne presenti. Una situazione che gli agenti hanno vigilato con professionalità, limitandone il furore.

Luigi Gaetti, sottosegretario di stato al Ministero dell'Interno, ha voluto così esprimere la propria vicinanza ai poliziotti: "Voglio ringraziare le donne e gli uomini delle forze dell'ordine per la brillante operazione anti droga. Un sentito ringraziamento anche ai magistrati della DDA della capitale per il loro impegno. Negli ultimi tempi in molti quartieri di Roma le organizzazioni criminali hanno manifestato e concretizzato un modello di sviluppo criminale di stampo mafioso, è compito prioritario di tutte le istituzioni statali e locali contrastare quest'evoluzione criminale. Lo Stato è presente con i fatti e questo deve servire da messaggio anche a tutti i cittadini che per anni sono state vittime di questo sistema mafioso nei loro quartieri".

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