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Cronaca

Metro C, l'accordo non c'è: si allontana la riapertura dei cantieri

Niente intesa ieri nel corso dell'incontro tra Comune, Regione, Consorzio e Roma Metropolitane. Il Ministero dei Trasporti vuole ulteriori verifiche

Si allontana la riapertura dei cantieri della metro C. L'incontro di ieri tra il Comune di Roma e il Consorzio Metro C, la Regione Lazio e Roma Metropolitane avvenuto presso il Ministero dei Trasporti, parte in causa, non ha dato i frutti sperati. L'accordo che era stato siglato la scorsa settimana che fissava la ripresa dei lavori entro il 10 settembre non ha avuto il via libera. Il Ministero dei Trasporti vuole vederci chiaro e si è riservato altro tempo per verificarne la compatibilità con la delibera del Cipe. Rimangono così sospesi 3mila posti di lavoro. Sul piede di guerra le imprese affidatarie che già domenica scorsa, come anticipato da Romatoday, avevano smorzato i toni riguardo all'accordo.

In gioco ci sono 230 milioni di euro stanziati dal Cipe per i costi aggiuntivi rilevati in corso d'opera. E' proprio il mancato trasferimento di questi soldi da parte del comune di Roma che ha portato il Consorzio a chiudere i cantieri. L'accordo prevede precise scadenze: apertura della linea fino a Lodi entro l'estate del 2014 e fino a San Giovanni entro il 2015. “Ci sono verifiche formali che il Ministero deve compiere e ci hanno assicurato che saranno il più veloci possibile" spiega l'assessore alla Mobilità Guido Improta.

Critico il Consorzio Metro C: "In relazione alle dichiarazioni fatte dal sindaco Marino, dichiariamo che il contratto già prevede scadenze e penali" si legge in un comunicato stampa. “I termini delle scadenze sono stati prorogati per ritardi burocratici e archeologici". Poi il Consorzio ribadisce che il problema è finanziario: "Attualmente i lavori sono stati fermati perché le banche hanno ritenuto che il consorzio non potesse andare oltre l'affidamento e ciò in assenza di un pagamento che il committente non vuole effettuare avendo sia la disponibilità dei fondi sia un accordo approvato, rendendosi così inadempiente". Quindi, conclude la nota, "se sono stati buttati tempo e soldi, questo è dovuto al comportamento delle varie amministrazioni e non sono imputabili alla nostra società”.

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