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Maxi processo Spada

Maxi processo Spada, la Cassazione: "Confermare lo stampo mafioso"

La sentenza slittata non arriverà prima della fine dell'anno

Confermare l'associazione a delinquere di stampo mafioso per il clan Spada. E' quanto ha chiesto il sostituto procuratore generale della Cassazione Luigi Birritteri nel corso della requisitoria davanti alla prima sezione penale della Suprema Corte nel maxi processo contro il clan del litorale romano. Il procuratore generale, che ha sollecitato l'inammissibilità o il rigetto dei ricorsi degli imputati chiedendo dunque sostanzialmente la conferma delle pene inflitte, ha richiesto inoltre, un nuovo processo d'Appello per riconoscere la responsabilità per il duplice omicidio per Carmine Spada che aveva visto ridursi la pena in secondo grado. 

La sentenza dei giudici della Cassazione arriverà non prima di gennaio. Il maxi processo, arrivato il 10 dicembre in Cassazione, nasce dall'indagine della Dda di Roma, coordinata da Michele Prestipino con Ilaria Calò e Mario Palazzi, che aveva portato il 25 gennaio del 2018 all'operazione "Eclissi" con gli arresti eseguiti dai carabinieri e dagli agenti della squadra mobile. I reati contestati, a seconda delle posizioni, vanno dall'omicidio all'estorsione, all'usura. 

Tra gli episodi contestati c'è il duplice omicidio di due esponenti di un clan rivale, Giovanni Galleoni detto "Baficchio" e Francesco Antonini detto "Sorcanera", avvenuto il 22 novembre del 2011 nel centro di Ostia. Lo scorso 12 gennaio i giudici della Prima Corte d'Assise d'Appello di Roma avevano confermato l'associazione per delinquere di stampo mafioso e le condanne per i 17 imputati per oltre 150 anni di carcere, tra queste, l'ergastolo per Roberto Spada, già condannato in via definitiva a sei anni per la testata a Ostia al giornalista Daniele Piervincenzi, e per Ottavio Spada, detto Marco, mentre era stata ridotta la condanna per Carmine Spada, dall'ergastolo a 17 anni. Ottavio Spada, detto 'Maciste', era stato condannato invece a 12 anni e mezzo. 

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