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Cronaca

Banda della Magliana, l'intervista al 'Freddo': "Sono un morto che cammina"

Maurizio Abbatino si confessa in un articolo di Massimo Liuzzi su Il Fatto Quotidiano: "Carminati mi farà ammazzare"

"Ho una taglia sulla testa, appena metto piede a Roma mi ammazzano. Sono un morto che cammina". Non ci gira intorno Maurizio Abbatino, il 'Crispino' della Banda della Magliana divenuto poi il 'Freddo' nel Romanzo Criminale di De Cataldo trasformato poi prima in film e poi nella più famosa serie Tv.

L'INTERVISTA DE IL FATTO - Ad intervistarlo dalla località segreta nella quale si trova Massimo Liuzzi, in un articoli a 360 gradi pubblicato oggi da Il Fatto Quotidiano. Oggi 61enne, il 'Freddo' è appena uscito dal programma protezione e non nasconde i prorpi timori di tornare in quella Capitale dove negli anni '70 la faceva da padrone assieme ad altri boss del calibro di Franco Giuseppucci (il Negro e poi Libanese della fiction) e Enrico 'Renatino' De Pedis, il Dandy del Romanzo Criminale. 

"MI VOGLIONO MORTO" - Una lunga intervista nella quale Abbatino spiega: "Qualche scemo sarebbe disposto ad uccidermi solo per prestigio criminale",  spiega Crispino ad una domanda specifica. A volerlo morto: "Massimo Carminati, ma non solo lui. Nel corso del tempo ho ricevuto molti segnali. Carminati sicuramente è uno di quelli, poi ci sono gli apparati deviati".

ARRESTATO PER UNA TELEFONATA - Ad incastrare 'Il Freddo' dopo che si era nascosto in Sudamerica una telefonata a casa, dopo sei anni di latitanza, poi la decisione di collaborare con la giustizia: "Non ero più protetto - risponde Abbatino ad una domanda specifica -. E poi avevano ammazzato mio fratello, lo avrebbero fatto anche con me. Lo faranno, visto che lo Stato mi ha lasciato senza protezione. E le parla uno che ha un senso di rispetto per la giustizia. Ho collaborato proprio perché non avvenisse più niente di tutto quello che fu. Roma era il Far West".

NUOVA BANDA DELLA MAGLIANA - Maurizio Abbatino parla poi di quello che è stato il destino della Banda della Magliana ed alla domanda se ne esiste una nuova spiega: "Esiste Carminati. Che era freddo, lucido. Il più freddo e lucido di noi. E quello con più potere di attrazione. A ogni assoluzione il potere di Carminati è cresciuto. Ha avuto la fortuna di godere di protezioni dall'alto e di essere imputato nell'omicidio del giornalista Mino Pecorelli insieme a Giulio Andreotti".

LA BANDA E LA P2 - "E' stato scritto tutto sulla Banda della Magliana?", gli domanda ancora il giornalista de Il Fatto: "Io potrei continuare a parlare, ma a un certo punto mi sono fermato fino al punto in cui avevo le prove. Oltre non sono andato. Non potevo - afferma ancora Crispino -. Ma la storia della banda della Magliana è molto più complessa. E c'entra molto di più con la P2 rispetto a quanto è emerso. Lei tenga conto che ogni tanto il generale Santovito, l'ex capo del Sismi, mi faceva arrivare i saluti. Io non l'avevo neanche mai conosciuto. A un certo punto, non so se per la nostra capacità di uccidere e il controllo del territorio, ma eravamo rispettati dai poteri deviati e da una certa politica, allora molto influente. E se Mafia Capitale, come è stata ribattezzata, è emersa quando ormai tutti sapevano e non potevano fare a meno che esplodesse lo scandalo, qualcuno li aveva coperti. Carminati sapeva benissimo che lo avrebbero arrestato".

NON AVEVO NESSUNO SOPRA - "Non ero il Boss. Non avevo nessuno sopra di me. Ma non ero il capo - risponde ancora Abbatino ad una domanda precisa sul proprio ruolo di capo -. Eravamo in molti a decidere". "Io ho eliminato troppa gente, non voglio neanche ricordare, mi vengono i brividi. Ma l'eredità l'ha raccolta il 'Cecato' (Carminati ndr) da sempre molto protetto a tutti i livelli". 

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