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Cronaca Monti

Musicista pestato a Monti: altre due persone in manette

La Digos di Roma ha eseguito altri due arresti per il pestaggio di Alberto Bonanni, il musicista di 23 anni tuttora in coma, avvenuto il 25 giugno scorso nel quartiere Monti

Continuano gli arresti inerenti al pestaggio di Alberto Bonanni, il musicista aggredito e percosso a Monti, tuttora in coma. La Digos ha infatti fermato Massimiliano Di Perna, 45 anni, il pittore che ebbe l'alterco con Bonanni prima del pestaggio, e Gianluca Biscossi, 38 anni, ritenuto colui che avvisò il branco di intervenire "per dare una mano" a Di Perna.

Secondo l'accusa avrebbero anche preso parte all'aggressione. Per la vicenda sono già detenuti tre giovani, mentre un quarto è indagato. Il pestaggio, secondo quanto riferito oggi dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal capo della Digos Lamberto Giannini avvenne in un contesto di "controllo della fruizione e della vivibilità del territorio". Un'ottica, quella del branco, scaturita da un senso di appartenenza totale al quartiere nel quale ritenevano di imporre la loro autorità. Ai due arrestati, per Di Perna c'è già stata la convalida del fermo, mentre per Biscossi è stata chiesta stamattina, il pm Silvia Sereni contesta il concorso in omicidio aggravato. Secondo quanto accertato, Di Perna ha avuto una banale discussione con Bonanni a causa dei rumori provenienti dalla strada.

Alcune pernacchie avrebbero provocato l'ira del pittore il quale sarebbe sceso brandendo un bastone. A quel punto Biscossi, secondo l'accusa, avrebbe allertato il gruppetto di giovani del Rione che si era autoattribuito il compito di controllo del territorio e questi sarebbero intervenuti, con una manovra di accerchiamento, aggredendo Bonanni con calci, pugni ed anche un casco. I tre appartenenti al branco già detenuti sono Carmine D'Alise, Cristian Perozzi e Brian Bottigliero. Biscossi, senza fissa dimora, è stato denunciato anche per omessa custodia di una pistola, regolarmente denunciata ma lasciata in un'abitazione in cui non risiede e per aver falsificato la data di scadenza di un porto di fucile.
 

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