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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Cocaina ed estorsioni, così "zì Sandro" e "Marione" volevano imporsi come criminali all'Alessandrino

Le indagini della polizia nell'ambito dell'operazione lockdown che ha sgominato una organizzazione albanese che riforniva di polvere bianca le piazze di spaccio di Roma sud

"Un quotidiano e continuo impegno nella volontà di imporsi come figure criminali nel quartiere Alessandrino". Questo quanto emerge in relazione al 62enne "zì Sandro" e al 22enne "Marione", arrestati dalla polizia nell'ambito dell'operazione lockdown che ha permesso di sgominare una organizzazione criminale albanese con base a Montespaccato e Palmarola che riforniva di cocaina le piazze di spaccio di Roma sud est. Fra queste la zona dell'Alessandrino, dove il giro era retto dai due romani, il 22enne "Marione"ed il 62enne conosciuto come "zì Sandro".

Una indagine cominciata nel 2020 che ha permesso di ricostruire un sistema di vendita di cocaina, hashish e marijuana ben strutturato e smantellato dalla squadra mobile di Roma con una indagine che ha permesso alla procura di Roma di eseguire 4 misure cautelare in carcere e 4 agli arresti domiciliari.

Le indagini sono cominciate nel 2020, quando gli investigatori hanno scoperto un giro di vendita di sostanze stupefacenti nella zona del Don Bosco. Da qui le investigazioni, che nel corso di due anni hanno permesso di ricostruire il ruolo di una banda di albanesi dedita alla fornitura di droga nelle zone dell'Alessandrino, del Quarticciolo, Tor Tre Teste e Tor Sapienza. Proprio a Roma sud avevano infatti allestito il loro giro "zì Sandro" e "Marione" che oltre alla vendita di sostanza stupefacente si sono resi responsabili di una estorsione nei confronti di un cliente.

L'uomo, dopo essersi fatto consegnare cocaina per un valore di 6mila euro non era riuscito a saldare il debito, con i due fornitori che dopo aver fatto lievitare il "buffo" di altri 4mila euro (10mila totali a fronte degli interessi per il mancato pagamento) hanno cominciato a minacciarlo e ad estorcergli del denaro. 

Il nome di Marione arriva sulle scrivanie degli investigatori della squadra mobile nell'ottobre del 2020, quando alcune intercettazioni relative alle investigazioni della banda di albanesi evidenziano un rapporto fra il 22enne ed uno spacciatore basato sulla compravendita di droga. 

Il 22enne finisce nel mirino dei poliziotti ed insieme a lui si arriva a zì Sandro, a quel tempo uscito da poco dal carcere. I due vengono osservati mentre si incontrano in alcuni bar della via Casilina dove sono soliti organizzare la loro attività di spaccio. La coppia fornisce cocaina al dettaglio ed all'ingrosso. Proprio in tale ambito emerge poi il "buffo" di un uomo residente a Civitavecchia, che dopo essersi fatto dare della cocaina per un valore di 6mila euro non riesce a saldare il debito, finendo nel mirino dei due fornitori dell'Alessandrino.

Da qui le minacce e le continue estorsioni nei confronti del debitore. Ci pensa Marione a chiedergli il denaro indietro, paventando che "se non paghi chiamo Zio", il cui nome visti i precedenti incute timore. I due cominciano a minacciare il debitore con messaggi e telefonate: "Frate' se domani ae 11 e 30 ncho i sordi faccio un macello perchè nse po'così. Senno' te metto na piotta ogni pagamento che buchi nme posso inventa' e cazzate e tarantelle. Vojo cash, co tutto rispetto".

I soldi però non arrivano. Marione si reca direttamente a casa del debitore in provincia di Roma con zì Sandro dove l'insolvente viene minacciato ed aggredito. "Se stava a cacà sotto addosso ma che n'hai visto?" - il dialogo che emerge fra Marione e Zio dopo essere andati a casa dell'uomo.

Ed ancora: "Mo je scattano 500 euro di interessi ogni due giorni, già gliel'ho detto", ad indicare l'estorsione in atto nei confronti dell'uomo che non ha pagato la fornitura di cocaina: " Amo preso 1000 de più...500 ogni due giorni co' questo s'arricchimo". "Hai visto che faccia faceva quando gli hai dato le pizze in faccia". 

Impossibilitato a pagare il debito, l'uomo minacciato chiede un prestito, ma i tempi della concessione sono lunghi e Marione e zì Sandro proseguono con le minacce. "Mo faccio partì un raid", si evince da una intercettazione, ed ancora: "Sandro domani me serve più gente possibile voglio tanta de quella gente domani". Il debitore non ottiene però il prestito, e la tensione sale. "Comincio a faje sputa' er sangue, lo metto a prostituì per strada pure se pija mezza piotta a marchetta a me non me ne frega un cazzo".

Ad interrompere la loro attività ci ha poi pensato la squadra mobile che ha arrestato Marione e zì Sandro nell'ambito dell'operazione Lockdown. Assieme a loro sei albanesi, raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari in quanto gravemente indiziati di traffico di sostanze stupefacenti.  
 

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