Una bara col suo nome fuori casa, nuove minacce a Marco Doria
Doria: "È stata rinvenuta dalla scorta sul cancello della mia abitazione una bara di 20 centimetri con scritto sopra il mio nome"
Ancora minacce a Marco Doria, il presidente del Tavolo per la riqualificazione dei Parchi e delle Ville Storiche di Roma Capitale sulla cui auto, a giugno scorso, venne trovato un ordigno che poteva esplodere. Questa volta a Doria, già bersaglio peraltro in passato di altre minacce e per questo sotto tutela, hanno fatto trovare una bara col suo nome sotto casa: "È stata rinvenuta dalla scorta sul cancello della mia abitazione - racconta lo stesso Doria - una bara di 20 centimetri con scritto sopra il mio nome. Sono stati fatti tutti i rilievi del caso dai Carabinieri del Nucleo Operativo".
Ad accorgersi di quanto accaduto nella mattinata del 2 novembre è stato il personale della polizia di Stato, che segue Doria da circa sei mesi, sotto scorta h24. "È stato compiuto nei confronti del l'ennesimo gesto vigliacco e minaccioso. Mi auspico che le forze dell'ordine, riescano, quanto prima a rintracciare gli autori di questo ennesimo episodio. Io non ho paura", ha commentato Doria su Facebook.
Marco Doria, già presidente dell'associazione in difesa di ville e parchi storici di Roma, era stato nominato dall'ex sindaca Virginia Raggi presidente del Tavolo per la riqualificazione dei Parchi e delle Ville Storiche. Non è la prima volta che Doria, ormai da due anni alle prese con un'escalation di minacce da brividi. La prima il 22 giugno 2018. Quel giorno, mentre perlustrava Villa Pamphilj ha trovato una croce di legno sul parabrezza e le gomme forate. Il 24 aprile 2019, invece, gli hanno lasciato sul cofano un colpo di mortaio inesploso.
Quindi la morte di Diablo il suo rottweiler a settembre 2020. Stando a quanto denunciato da Doria, sarebbe morto dopo aver mangiato un wurstel pieno di chiodi che sarebbe stato lanciato nel giardino del principe. Poi, ancora, un proiettile calibro 38 con la punta intagliata a croce trovato in macchina e una cimice artigianale in auto. Il più recente è inquietante il 16 giugno scorso.
A scoprire il tutto è stato lo stesso Doria, anche principe discendente dall'antica casata romana. Secondo quanto ricostruito, la mattina aveva parcheggiato l'auto in via Tito Speri, quindi una serie di appuntamenti e poi il ritorno alla sua Smart. Una volta dentro avrebbe anche azionato i tergicristalli, per fortuna senza avviare il motore perché nell'auto c'era una bomba. Un ordigno rudimentale, composto da una bomboletta spray contenente polvere pirica e oggetti metallici, con fili elettrici. Il caso è finito sul tavolo della Procura, dopo i rilievi di polizia, Digos e carabienieri.