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Cronaca

Bufalo fa tremare il Re Cecato: Roma criminale attende il destino di Marcellone Colafigli

I soldati della mala romana, fuori dai bar, nelle bische, dentro ai locali, agli angoli delle strade o nelle piazzette, aspettano la decisione sulla scarcerazione di "er Bufalo" di Romanzo Criminale. Il 'Re Cecato' è pronto alle contromosse

Roma non si scompone all’apparenza, Roma vive il suo tran tran quotidiano fatto di occhi iniettati di sangue dentro il traffico del Gra o degli snodi principali della città. Roma vive sulle moviole, sugli sguardi persi di chi si dirige al lavoro su mezzi pubblici sempre più intasati, sulle bollette da pagare, sugli affitti sempre troppo cari per una qualità della vita che diventa qualcosa da sopportare, non da godere. Roma sembra non sentire, all’apparenza, quello che succede nel suo strato nascosto, quello che passa indistintamente dai quartieri “pregiati” di Roma Nord alle zone più popolari di una Roma sud che vede la ritirata lenta ma sistematica di ogni forma di Istituzione.

La Capitale non vede e non sente ma parla sottovoce dell’altra Roma. Quella criminale. E parla a labbra strette, per non “sbagliare”, tra un caffè e le pagine dei giornali che sono girate sulla cronaca o tra il ticchettio delle dita negli smartphone di ultima generazione per avere notizie a velocità 2.0.

La “breaking new” che è rimbalzata di bocca in bocca è di quelle che, se destinate a trovare un riscontro nell’aula di Tribunale della corte d’Assise tra pochi giorni, cancellerebbe quella pace apparente, quel tran tran quotidiano. Marcello Colafigli, alias “er Bufalo” di Romanzo Criminale, potrebbe tornare in libertà rispetto all’ergastolo inflittogli.

Da Primavalle, al Trullo. Dalla Magliana a Bravetta, da Corso Francia al Casilino il brusio sale su questa notizia che potrebbe rompere equilibri nella Roma Criminale. Che potrebbe cambiare rapporti di forza, aprire nuovi schieramenti, rimescolare le forze in campo e far scorrere sangue sui sampietrini. In virtù di una vendetta che non conosce tempo. Non tutti gli uomini che furono legati alla Banda della Magliana potrebbero dormire sonni tranquilli. Una banda che chiuse con una faida il suo percorso criminale e che vide Colafigli mettere il sigillo più pesante quando tutto sembrava ormai finito: l’omicidio di Renatino De Pedis. E la mattanza continuò tra le due principali fazioni, anno dopo anno. Per controllo del territorio e per vendetta.

Una vendetta che non è sempre stata consumata immediatamente e direttamente. Chi conosce la mala romana sa bene che gli interpreti non si “sporcano” le mani facilmente ma difficilmente lasciano correre.

Che cosa cambierebbe quindi con l’uscita di “Marcellone Colafigli”? Chi ora comanda dovrebbe tener conto di un nome di peso che calpesterebbe lo stesso asfalto, che inquieterebbe per i suoi passati all’ospedale psichiatrico, la sua particolare vena violenta e, sembrerà assurdo, per quella figura mitologica creata dalla serie “Romanzo Criminale”.

E le strade di Roma pulsano e respirano di mitologia, del sentito dire, delle leggende che diventano realtà assodate dopo pochi passaparola. Un passaparola che però riconosce anche la sua permanenza in carcere senza collaborare con la giustizia, senza pentimento. Un boss  nuovamente libero quindi, con un'immagine forte e un immaginario che lo circonda difficile da scalfire.

La Roma Criminale ha il suo re, i suoi capi, i suoi luogotenenti, le sue alleanze e i suoi soldati. Non sono uomini e ragazzi che vivono esistenze normali, sono eserciti fluttuanti ma fedeli al potere consolidato, a chi li sfama, a chi gli permette di avvicinarsi ai propri sogni, a chi gli può procurare più di quello che serve.

Una nuova figura, con un background come Colafigli, spariglierebbe le carte sul tavolo da gioco. Il tutto in modo silenzioso, discreto, come se nulla succedesse in superficie. In una calma piatta che anticiperebbe la tempesta.

I soldati della mala, fuori dai bar, nelle bische, dentro ai locali, agli angoli delle strade o nelle piazzette, aspettano. Attendono gli eventi di quello che potrebbe essere una nuova figura di riferimento o una figura di cui continuare a parlare tra un rum e un tiro di coca. Ma il Re “cecato” sa bene come fare, sa bene come lastricare i sentimenti d’odio con strade d’oro. E’ rimasto in piedi contro le tempeste giudiziarie di ogni tipo e non si lascerà togliere Roma dalle mani con cui la stringe forte.

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