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Cronaca Roiate / Vicolo di Porta Furba

Casamonica e la 'coca' dei Narcos: dal fortino di Porta Furba a Roma sud, la mappa dello spaccio

A capo del traffico di droga che riforniva la Capitale c'erano i membri della famiglia Casamonica che si servivano di parenti e altre persone con ruoli di pusher e di vedette

Dal vicolo di Porta Furba, storica roccaforte del clan, all'area che comprende la zona della Garbatella, Eur, Tor Marancia, Appio Latino e Tuscolana. Tentacoli, quelli dei Casamonica, arrivati fino a Roma sud. E' quanto accertato dai magistrati della Dda di Roma nell'operazione che ha portato all'arresto, da parte dei Carabinieri della compagnia Casilino di 22 persone, tutte legate al clan dei Casamonica.

Il clan grazie anche agli accordi con i narcotrafficanti colombiani ha potuto garantire ai piccoli gruppi criminali che gestiscono lo spaccio in una ampia fetta dell'area sud della Capitale un costante approvvigionamento di droga e di fatto allargando la loro area di "influenza".

La coca dei Narcos grazie a Salvatore Casamonica

A rifornire il clan della droga era il boss Salvatore Casamonica detto Andrea, già arrestato nel 2018 durante l'operazione Gramigna, e tuttora detenuto in regime di 41 bis a Sassari. Era lui che aveva anche preso contatti con i Narcos della Colombia per farsi mandare 7 tonnellate di cocaina purissima su voli privati. Fra i 22 arrestati, cinque si trovavano già in carcere. 

"Il dato di novità di quest'ultima operazione - scrive il gip Maria Paola Tomaselli nell'ordinanza di custodia cautelare - consiste nel fatto che i Casamonica agiscono, per la realizzazione dei fini del programma associativo, in base ad una struttura ramificata sul territorio e articolata in più piazze di spaccio, ma pur sempre operanti in un contesto unitario" con "al vertice delle rispettive articolazioni Domenico, Massimiliano e Salvatore 'Andrea' Casamonica". 

Nel fortino di Porta Furba la base dello spaccio

Loro si servivano di parenti e altre  persone con ruoli di pusher e di 'vedette'. Lo schema era chiaro. La base operativa, secondo quanto riportato dal Gip, era al civico 59 di vicolo di Porta Furba. Qui la sostanza stupefacente veniva custodita, confezionata e ceduta al dettaglio ai singoli acquirenti oppure consegnata ai pusher, che poi provvedevano a loro volta a rivenderla.

Proprio in questa piazza di spaccio a gestire gli affari è Massimo Casamonica detto 'Er Negro', subentrato nella gestione del vicolo dopo l'arresto di Pasquale Casamonica. 'Er Negro' viene sempre aiutato da un complice che aveva il compito di fare da collante tra i diversi componenti della catena dello spaccio.

Le piazza dello spaccio: la mappa da Anagnina a Roma sud

L'Anagnina è zona di Domenico Casamonica detto 'Mimmo'. Insieme a lui c'era chi vendeva la 'merce' al dettaglio, chi gestiva in pusher in strada, chi pagava 60 euro a trasporto ogni corriere della droga. A nascondere la droga pronta ad essere rivenduta in strada era una coppia che, per il "disturbo", percepiva dai Casamonica 500 euro al mese

Un sistema simile che il clan aveva ormai 'esportato' anche nella zona di Roma sud. Erano ben 12 le persone che gestivano e seguivano gli affari nell'area tra Garbatella e Tor Marancia, la supervisione della famiglia sinti, dall'alto, c'era sempre ma erano altri a farsi vedere in strada. Al Quadraro, Appio Latino e Tuscolana, invece, a tirare le fila è Salvatore Casamonica detto 'Andrea'.

L'intercettazione: "Vieni da me o ti vengo a cercare"

L'operazione dei Carabinieri contro il clan Casamonica che ha portato a 22 arresti per contrasto allo spaccio (5)-2

Chi sono i Casamonica

La cocaina lasciata in lavatrice: "Ho fatto un casino"

Dall'informativa del gip emergono anche episodi curiosi. I pusher che lavoravano per i Casamonica la droga la nascondevano anche dentro alla lavatrice ma in un caso uno degli uomini che si occupava di spacciare al dettaglio si è dimenticato e ha avviato il lavaggio scoprendo solo dopo il 'guaio' che aveva combinato.

E' il 27 marzo 2017 quando il pusher, visibilmente preoccupato, telefona a una donna del clan, già arrestata durante l'operazione Gramigna dello scorso luglio. "Ho fatto 'na ca...ta, ho messo tutto in lavatrice, so annato a casa ieri, avevo portato tutto su che c'era mi figlia, ho fatto la lavatrice, me so scordato, mo' che so' tornato su me so' reso conto che ho messo tutto dentro 'a lavatrice (…) me stai a capì che danno ho fatto manco, so a quanto ammonta er danno perché non c'ho er conto preciso, però adesso…".

"Ehh - gli risponde al telefono la donna - fatte er segno da croce, te lo dico". A quel punto l'uomo è visibilmente preoccupato e cerca di rassicurarla: "No…no ehh, se fa er conto ehh, riparo er danno che ho fatto, se uno è deficiente ehh, sta a fa' lo scarico mo',  me viè da piagne…ho detto 'porca miseria che ho fatto…". 

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