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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

I ristoratori prendono le distanze dai violenti. A Piazza Montecitorio no mask e infiltrati di Casapound

Tra gli ultimi a mollare un uomo vestito come "lo sciamano Jake Angeli" di Capitol Hill. Hermes, ristoratore modenese di 51 anni, è destinato a diventare il simbolo della protesta di Roma

"Chiediamo libertà", "Ci state levando tutto, anche la speranza". La rabbia degli imprenditori, che siano ristoratori o titolari di palestre, ha riecheggiato per ore in piazza Montecitorio, uno dei posti più conosciuti di Roma e tra i simboli del Governo. 

Malcontento, urla e pianti, anche disperati, macchiati però dalla presenza di infiltrati organizzati più o meno in gruppi. Molti appartenenti al mondo dell'estrema destra, come i militanti di CasaPound e il loro esponente 'nero' Luca Marsella, già consigliere municipale nel parlamentino di Ostia. Lui, come molti altri, era senza mascherina. 

E dei no mask, negazionisti del Covid, molti erano in piazza a Roma. Tra chi della mascherina proprio non sa che farsene, anche il deputato Vittorio Sgarbi: "Chi porta la mascherina all'aperto per le distanze e per la paura, è come chi si fa una s*ga col preservativo", ha detto salendo su un improvvisato palco, al microfono, senza indossare alcuni dispositivo di protezione personale e circondato da un cospicuo numero di persone. Infiltrati per lo più, dai quali la gran parte dei ristoratori e degli imprenditorio hanno voluto prendere le distanze con condanne ferme anche perché, unire la violenza alla protesta non è il miglior modo per far arrivare il messaggio. 

Chi c'era in piazza a Roma

Ma chi c'era in piazza Montecitorio? A indire la protesta centinaia di ristoratori e non solo, molti vicino alla sigle Mio Italia, Movimento Io Apro, La Rete delle Partite Iva, Apit Italia, Pin, Associazione Fieristi Italiana e Lo Sport è Salute. Tutti uniti per manifestare contro le restrizioni adottate dal governo per contrastare il Covid-19 con il presidente del Movimento Imprese Italiane Maurizio Pinto, che si è anche incatenato per manifestare il proprio dissenso. 

Dunque, imprenditori. Ma non solo. Erano presenti anche le bandiere blu di Italexit, il movimento dell'ex Movimento 5 stelle Gianluigi Paragone, e - come detto - anche le tartarughe frecciate di CasaPound. La Digos sta però studiando tutte le immagini perché non è esclusa la presenza di esponenti dell'ultra destra vicino a Forza Nuova, come successo in passato.

Tra gli ultimi a mollare un uomo vestito come "lo sciamano" Jake Angeli di Capitol Hill. Hermes, ristoratore modenese di 51 anni, è destinato a diventare il simbolo della protesta di Roma: "La mia attività è già aperta dal 15 gennaio e oggi sono venuto qui a portare la testimonianza che si può rimanere aperti. Ho pensato a questo travestimento perché mi sono detto, se quello in America ha fatto il giro del mondo e tutti lo hanno notato forse l'unico modo di farsi sentire è questo. Mi sono vestito da pagliaccio per far capire quello che stiamo passando tutti noi ristoratori", ha dichiarato al termine della manifestazione.

La rabbia e gli scontri

La rabbia è cresciuta al grido di "buffoni" e "libertà" durante la protesta organizzata dai sindacati indipendenti per lo più nati un anno fa durante il primo lockdown. Verso le 15:30 alcuni manifestanti hanno incitato la folla a sfondare le transenne mentre altri lanciavano razzi e fumogeni. Le forze dell'ordine con caschi e assetto anti sommossa hanno risposto. Tra il fuggi fuggi della maggior parte dei manifestanti e dei cittadini che si erano affacciati in piazza.

La posizione di sette persone - fermate dopo gli scontri - è al vaglio degli inquirenti. Due gli agenti della polizia di Stato feriti, mentre altri sono rimasti contusi. Ora chi indaga non vuole tralasciare nulla, neanche che alla protesta si sarebbero infiltrati gruppi di estremisti con l'obiettivo di strumentalizzare il disagio sociale e far salire la tensione.  

Il video degli scontri

La condanna degli imprenditori alla violenza

Neanche a dirlo, gli episodi di violenza hanno macchiato il pomeriggio. "Ci dissociamo dai violenti - ha chiarito Maricetta Tirrito, di Sos Commercio Lazio tra gli organizzatori del sit-in - non è questo il modo di manifestare". Una presa di posizione condivisa anche da Mio Italia che "condanna fermamente – come ha sempre fatto – gesti estremi che possono portare a disordini sociali. È evidente, però, e la politica non può girare il capo fingendo di non vedere, che oggi, in piazza Montecitorio, ci sono centinaia di persone disperate, di tutta Italia: imprenditori che hanno perso tutto a causa delle chiusure. E ora non hanno più nulla da perdere. Non si doveva arrivare a questo punto", spiega in una nota Paolo Bianchini, presidente del Movimento Imprese Ospitalità. 

Pd incontra delegazione di imprenditori

Condanne alla violenza che sono arrivate anche dal Partito Democratico con i deputati Emanuele Fiano e Filippo Sensi che ieri hanno ricevuto una delegazione composta da rappresentanti di diverse categorie che hanno protestato a Montecitorio. "Sono stati prima di tutto ribaditi il netto rifiuto e la condanna di ogni manifestazione violenta, anche per le situazioni di grande sofferenza che molti stanno vivendo in questa drammatica fase", si legge in una nota.

"L'impegno dei deputati democratici è stato quello di portare all'attenzione del governo alcuni punti che sono stati oggetto del confronto. In particolare le questioni della moratoria sui debiti, degli indennizzi e delle riaperture. I rappresentanti delle categorie inoltre hanno chiesto l'impegno del Pd per favorire un incontro rapido con il governo". "Allo scopo di non far crescere le tensioni in atto, per deputati democratici è evidente come sia necessaria da parte del governo un'iniziativa per aprire un confronto sulle criticità emerse e promuovere al più presto concreti interventi".

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