Mamma e black bloc: "Giusto tirare sassi ai poliziotti e spaccare le vetrine"
Una trentenne romana, ragazza madre con un lavoro precario, ha partecipato agli scontri della manifestazione di sabato 15 ottobre a Roma e rivendica la legittimità della violenza: "Le istituzioni sono sorde e corrotte"
30enne romana, ragazza madre, un'occupazione precaria e tanta rabbia in corpo. Ecco l'identikit di una donna che si autodefinisce, con orgoglio, una black bloc. Intervistata dal quotidiano La Repubblica, non ha di certo peli sulla lingua ad ammettere la sua partecipazione attiva agli scontri di piazza nel corso del corteo degli indignati: "Sono una cittadina incazzata e a Roma non siamo certo venuti a fare una passeggiatina. Sono una ragazza madre che non riesce ad arrivare alla fine del mese, non trovo un lavoro e le istituzioni mi hanno abbandonata. Esse non mi rappresentano affatto e sono corrotte". Fermamente decisa ad esercitare il suo diritto di protesta, la donna ha sfogato la sua collera anche con la violenza: "Ha senso - dice - distruggere le vetrine delle banche e bruciare i macchinoni, soprattutto perché sono i simboli del potere finanziario e del lusso. Chi ha incendiato, invece, una Fiat Punto ha sbagliato perché non significa nulla".
E prosegue: "Nel corso della manifestazione di sabato, alla fine di via Merulana la polizia stava caricando. Ho iniziato a lanciare sassi verso le barricate dei celerini. E poi qualunque cosa trovavo per terra, anche un casco pieno di sassi. Davo bastonate per cercare di allontanarli. Ho lanciato sassi anche verso i blindati che facevano dei testacoda in mezzo alla gente". Nessuna "pietà" nei confronti delle forze dell'ordine: "Tutta la mia violenza e quella dei miei compagni era rivolta verso la polizia, contro le forze armate e tutto ciò che ci impediva di andare a protestare al Parlamento. E' vero, i poliziotti sono ragazzi come me, guadagnano poco ma non ci permettono di manifestare dove vogliamo. E comunque rappresentano lo Stato. E io sono anarchica". (fonte Ansa)