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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

I magistrati onorari tornano a protestare: "Astensione contro l'immobilismo del ministero"

Roma ancora una volta capofila delle proteste dei vice procuratori e dei giudici onorari, precari ormai da anni ma fondamentali per il funzionamento della giustizia

Prima protesta dell’anno per i magistrati onorari di Roma, con una nuova astensione dalle udienze proclamata poco meno di due mesi dopo l’ultima, risalente al novembre scorso e accompagnata da una manifestazione.

I vice procuratori e i giudici di pace onorari della Federmot (Federazione Magistrati Onorari di Tribunale) hanno proclamato l’astensione dalle udienze civili e penali dal 31 gennaio al 4 febbraio, un’intera settimana in cui chi aderisce alla protesta garantisce i solo servizi essenziali rinviando le altre udienze in calendario.

Le ragioni della protesta

Alla base della protesta una questione annosa che coinvolge centinaia di magistrati onorari, ingranaggi fondamentali della complessa e mastodontica macchina della giustizia bloccati in un limbo contrattuale e contributivo.

“L’astensione è determinata dalla persistente inerzia del governo in ordine alle richieste della magistratura onoraria - spiega Raimondo Orrù, presidente di Federmot - Sebbene il diritto dell’Unione europea imponga il varo di una riforma coerente col principio di non discriminazione e con il divieto di abuso del lavoro temporaneo, Governo e Parlamento continuano a ignorare i moniti della Corte di Giustizia e della Commissione europea”.

Fondamentali per il funzionamento della macchina della giustizia, ai magistrati onorari vengono assegnate oltre la metà delle udienze penali e civili, con un pagamento lordo per ogni udienza di meno di 100 euro identificata come indennità e nessuna garanzia di essere in aula ogni giorno. La richiesta è sempre stata quella di un adeguamento di salario e diritti, con compensi più equi, tutele previdenziali e ferie retribuite, ufficializzato tramite una riforma più volte chiesta e promessa di cui però ancora non vi è traccia nonostante le ingiunzioni. Soprattutto alla luce dell’impossibilità di poter esercitare la professione di avvocato in concomitanza con il ruolo di magistrato onorario.

"La Commissione Europea porti avanti la procedura di infrazione"

“L’immobilismo del ministero della Giustizia non solo vanifica le aperture espresse nei confronti delle istanze della magistratura onoraria dall’Associazione Nazionale Magistrati - spiegano ancora da Federmot - che rappresenta in magistrati di ruolo italiani, e dai capi degli uffici giudiziari nei confronti delle richieste della categoria, ma frustra gravemente l’aspettativa dei cittadini italiani e dell’Unione europea per un forte rilancio della funzione giudiziaria”.

I magistrati onorari tornano a chiedere dunque a gran voce una stabilizzazione e maggiori tutele, con un adeguamento della retribuzione alla mole di lavoro svolta. E per farlo oltre ad astenersi per una settimana hanno comunicato la protesta anche alla Commissione europea “affinché prosegua, senza ulteriori differimenti, la procedura di infrazione contro lo Stato membro italiano”. Il riferimento è appunto alla procedura di infrazione che è stata aperta nei confronti dell’Italia dopo che, nel 2020, è arrivata la condanna dalla Corte di Giustizia per il mancato adeguamento delle norme nazionali in materia di magistratura onoraria ai trattati europei.

“Persistono immutati i già denunciati profili di illegittimità dell’assetto ordinamentale conferito ai magistrati onorari italiani per abuso del lavoro temporaneo e violazione dei principi di eguaglianza formale e sostanziale - conclude Federmot - di non discriminazione, di proporzionalità della retribuzione alla quantità e qualità del lavoro prestato, di indipendenza del giudice, di attuazione del giusto processo”.

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