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Cronaca

Il clan Rinzivillo a Roma: undici arresti tra Germania, Lazio e Umbria

L'Operazione Extra Fines 2 segue quella del dicembre del 2017, quando furono 37 le persone arrestate

Si occupavano dell’approvvigionamento della droga, destinata ad essere smerciata nella Capitale. Sono i sodali del clan mafioso dei Rinzivillo. Alle prime luci dell'alba è scattata una complessa operazione antimafia, denominata "Extra Fines 2 - Cleandro", coordinata dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Caltanissetta e Roma, nei confronti di Cosa Nostra e, in particolare, della famiglia mafiosa di Gela, nella sua articolazione territoriale denominata clan appunto dei Rinzivillo.

L’operazione dei poliziotti della Squadra Mobile e dei finanzieri del G.I.C.O. è in corso nel Lazio, in Sicilia, in Campania e in Umbria, nonché a Colonia e Mannheim (Germania).  

Oltre 100 operatori di polizia, appartenenti al Comando Provinciale della Guardia di Finanza capitolina e alla Questura nissena, stanno eseguendo, in Italia e in Germania, due ordinanze di custodia cautelare in carcere riguardanti 11 persone, affiliate o comunque contigue all’organizzazione criminale.

Destinatari delle misure cautelari sono il boss Salvatore Rinzivillo, 58 anni, attualmente in carcere. Oltre a lui altri dieci sodali, di cui quattro già agli arresti ed ai domicliari.  A loro si aggiungono altre 5 persone, oltre ad un undicesimo soggetto del quale sono in corso le ricerche. Fra loro due poliziotti ed un avvocato, già arrestati nell'ambito della prima operazione Extra Fines conclusa nell'ottobre del 2017 con l'arresto di 37 persone. 

Tutti quanti, tranne l'avvocato e gli appartenenti alle forze dell'ordine, sono indagati, a vario titolo, per aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, perpetrati in Germania, a Roma e in Sicilia.

In particolare, gli investigatori hanno ricostruito gli affari illeciti della consorteria criminale, gestiti mediante una “cellula” operante in territorio tedesco, che il boss Salvatore Rinzivillo aveva affidato ad un suo “luogotenenteun 37enne già in carcere.

Detta articolazione si occupava dell’approvvigionamento della droga, destinata ad essere smerciata nella Capitale e sulla piazza sicula, dove il sodalizio poteva contare, tra gli altri, su di un associatolo nel ruolo di “grossista”.

In tale contesto, sono emersi contatti con soggetti turchi di notevole caratura criminale, nonché con persone che hanno avuto rapporti con la ‘ndrangheta reggina, tra i quali un pregiudicato di San Luca (Reggio Calabria), meglio noto come “TT” o “U MECCANICU”, all’epoca latitante all’estero e poi catturato, nel dicembre del 2017, nei pressi di Duisburg.

I due poliziotti, infedeli appartenenti alle Istituzioni, sono accusati di concorso in fatti corruttivi, talora aggravati dalla cosidedetta “agevolazione mafiosa”, per aver messo a disposizione del boss e del suo luogotenente, notizie riservate contenute nella banca dati SDI e in alcuni documenti cartacei, nonché per aver cercato, sempre al fine di favorire l’organizzazione criminale, di corrompere appartenenti a Forze dell’ordine in servizio presso alcuni aeroporti italiani, ai quali promettevano utilità in cambio dell’omissione di controlli per facilitare l’esportazione in Russia di significative somme di denaro, da reinvestire in attività economiche con il supporto di esponenti apicali di mafie autoctone. 

All’avvocato romano vengono contestati indebiti accertamenti “commissionati” ad uno degli agenti, per acquisire, mediante la predetta banca dati, informazioni di natura riservata sul conto di numerosi soggetti, del tutto ignari.

L’odierna attività costituisce l’epilogo di una strutturata indagine – condotta, in sinergia, dagli specialisti della Squadra Mobile e del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia EconomicoFinanziaria– che, alla fine del 2017, aveva già portato all’arresto di 37 persone e al sequestro preventivo di beni per oltre 18 milioni di euro.

Le investigazioni avevano consentito di accertare l’operatività del clan, “etero-diretto” dai reclusi Antonio e Crocifisso Rinzivillo (entrambi al regime del “carcere duro”), attraverso il fratello Salvatore – poi finito in manette e tuttora detenuto – il quale, a seguito dell’arresto dei germani, avvenuto nel 2015, era stato richiamato in Sicilia dalla Capitale al fine di riorganizzare le illecite attività della famiglia e riaffermarne il predominio sul territorio, coprendo la vacanza di comando venutasi a creare.

Salvatore, investito del rilevante ruolo di “reggente”, aveva quindi intrapreso rapporti con altri esponenti mafiosi palermitani, trapanesi e catanesi, mostrando un notevole dinamismo, potendosi avvalere di un’organizzazione articolata in un’ala criminale, dedita al traffico internazionale di droga e di armi, alle estorsioni e alle intestazioni fittizie di beni, e in un’ala imprenditoriale, impegnata soprattutto nel settore edilizio e nel commercio di autoveicoli e di prodotti ittici.

L’operazione è in corso nel Lazio, in Sicilia, in Campania e in Umbria, nonché a Colonia e a Mannheim (Germania) dove, in collaborazione con la Polizia Criminale e i Reparti Speciali tedeschi, attivati dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, in sinergia con il II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, si sta procedendo alla cattura di quattro affiliati appartenenti alla “cellula” tedesca, operativa nel Land della Renania Settentrionale-Vestfalia.


 

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