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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Se non paghi ti ammazziamo": il metodo della mafia catanese applicato a Roma

I malviventi secondo le indagini risultano legati al clan Mazzei-Carcagnusi e alla più nota famiglia di Cosa Nostra catanese dei Santapaola. Uno dei soggetti arrestati, latitante, si nascondeva tra Aprilia e Pomezia

L'ESTORSIONE - Le indagini, sviluppate anche con l'ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito di ricostruire in maniera compiuta l'intera vicenda, identificando tutti i partecipanti. E' stato così appurato che il pregiudicato di origine catanese, fingendosene legittimo proprietario, nel giugno 2016 aveva ceduto tre autovetture del valore complessivo di circa 60mila euro al citato imprenditore, operante come detto nel settore del noleggio di autoveicoli. 

Dopo aver ricevuto circa 30mila euro a titolo di anticipo del prezzo complessivo concordato per l'alienazione dei tre veicoli da saldarsi all'atto del formale passaggio di proprietà, il pregiudicato catanese aveva preteso la restituzione delle tre vetture o, in alternativa, la dazione di ulteriori 50mila euro da parte della vittima.

"PAGA, SIAMO MAFIOSI" - Al fine di vincere le resistenze della vittima, il pregiudicato catanese, la sua convivente ed altri quattro soggetti di origine siciliana, tra il 10 ed il 14 luglio, avevano minacciato di morte e malmenato l'imprenditore, e, al fine di incutergli maggiore timore, lo avevano anche informato di essere appartenenti ad un'organizzazione mafiosa operante nella provincia di Catania.

Il 14 luglio, a seguito di reiterate minacce, i criminali avevano costretto la vittima a firmare un assegno del valore di 2000 euro, incassato nei giorni successivi.

Estorsioni mafiose a Roma: 6 arresti

RAPINA DA 1600 EURO - Quattro giorno più tardi, due dei sei estorsori, in un'altra circostranza sono stati arrestati "in flagranza di reato" per aver aggredito l'imprenditore romano e per averlo rapinato di 1600 euro, fatti avvenuti presso l'attività commerciale della vittima, nei pressi della Stazione ferroviaria Roma-Tiburtina.

LEGAMI CON I SANTAPAOLA - Nel corso dell'attività è stato inoltre riscontrato che due dei soggetti catanesi, resisi responsabili delle condotte estorsive denunciate dalla vittima ed arrestati oggi dai Carabinieri, risultano effettivamente appartenenti alla famiglia di mafiosi catanesi denominata Mazzei-Carcagnusi e alla più nota famiglia di Cosa Nostra catanese dei Santapaola.

Uno di loro, infatti, annovera condanne definitive per omicidio e associazione di tipo mafioso. L'altro, invece, figlio di un ergastolano condannato per omicidio e associazione mafiosa, si era reso irreperibile dallo scorso mese di marzo scorso a seguito di una condanna definitiva ad 8 anni di reclusione per rapina aggravata e porto abusivo di armi. 

IL NASCONDIGLIO SUL LITORALE - L'uomo, sebbene latitante, aveva partecipato agli episodi estorsivi contribuendo ad intimidire la vittima. Lo scorso 8 agosto, i Carabinieri di Via In Selci lo avevano fatto arrestare dai colleghi di Catania mentre si trovava all'interno di un centro commerciale con la moglie per compiere acquisiti, durante una trasferta in terra etnea. 

Il latitante, utilizzando documenti contraffatti ed avvantaggiandosi dell’appoggio logistico del conterraneo artefice della vicenda estorsiva, aveva ormai stabilito il suo covo nell'area laziale compresa tra Aprilia e Pomezia. 

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