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Cronaca

L'ombra di Mafia Capitale e Salvatore Buzzi dietro la rivolta di Tor Sapienza

"Non ti preoccupare. Ora faccio un paio di telefonate e sistemo". Così Salvatore Buzzi consolava Gabriella Errico, presidente della cooperativa sociale "Un sorriso" che racconta di un sistema che per anni le ha fatto la guerra

Mafia Capitale sta riscrivendo la cronaca recente di Roma. Anche i recenti fatti di Tor Sapienza sarebbero stati indotti dall'azione del gruppo criminale guidato da Massimo Carminati. A gettare l'ombra nera sulla borgata rossa del V municipio è un'intervista realizzata da Carlo Bonini di Repubblica a Gabriella Errico, presidente della cooperativa sociale "Un sorriso". Vengono fuori particolari inquietanti che, seppur non finiti nelle carte dei giudici, e quindi non oggetto di indagine, sono destinati comunque a far discutere.

Scrive Bonini su Repubblica

Mi chiamò Buzzi. Mi disse: "Resisti, Gabriella, mi raccomando". Gli spiegai cosa stava succedendo. "Qui fuori è l'inferno. Sono fascisti, Salvatore. Gridano "Duce, Duce". Mi rispose lasciandomi di sale: "Non ti preoccupare. Ora faccio un paio di telefonate e sistemo".

La Errico viene poi a sapere, tramite conoscenti che Buzzi nei giorni a seguire millantava di avere la cooperativa nella propria pancia, cioè di averla messa sotto il proprio controllo.

Scrive ancora Repubblica:

Mi disse che Buzzi andava dicendo che ora "mi aveva in pancia". Sì, così diceva: "Ora, ho in pancia quella lì del Sorriso". Mi infuriai. E per un attimo pensai che a Tor Sapienza solo la mia cooperativa era stata assediata. Come mai le strutture nell'orbita di Tiziano Zuccolo, grande amico di Buzzi, che pure ospitavano migranti adulti non erano state sfiorate dalla rivolta? Dissi al mio amico che Buzzi non aveva in pancia proprio un bel niente". E però, dopo poco, Buzzi si fa vivo. "Mi fissò un appuntamento per il 4 dicembre alle 11. Mi disse che era venuto il momento di sedersi intorno a un tavolo e discutere del "Condominio Misna"". Condominio Misna? "Era il suo modo di dire. Per riferirsi alla spartizione degli appalti, lui diceva "condominio". O anche "cartello".

fonte articolo: La Repubblica

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