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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Mafia capitale, prime condanne: c'è anche l'ex responsabile del Piano Nomadi

Quattro le condanne per imputati giudicati con rito abbreviato. In particolare, 5 anni e 4 mesi per Emilio Gammuto, 4 anni per Emanuela Salvatori, Raffaele Bracci e Carlo Gaudenzi. Tra le parti civili riconisciute dal giudice anche Roma Capitale

Sono arrivate le prime condanne per i quattro imputati coinvolti nell'inchiesta Mafia Capitale che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato, davanti al gup Anna Criscuolo. Una pena di 4 anni è stata stabilita dal giudice per Emanuela Salvatori, ex funzionaria del comune e responsabile dell'attuazione del Piano Nomadi di Castel Romano accusata di corruzione. Emilio Gammuto, accusato di corruzione, per il quale è stata riconosciuta l'aggravante del metodo mafioso, è stato invece condannato a 5 anni e quattro mesi. Raffaele Bracci e Claudio Gaudenzi, considerati vicini a Massimo Carminati e accusati di usura, sono stati invece condannati a 4 anni di reclusione. Le prime condanne sono arrivate a meno di 48 ore dall'avvio del maxi-processo con 46 imputati, tra cui Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, previsto per il 5 novembre.

EX RESPONSABILE PIANO NOMADI - Tra i condannati c'è anche Emanuela Salvatori, ex responsabile dell'attuazione del piano nomadi di Castel Romano, che dovrà scontare quattro anni di reclusione. Secondo il capo d'imputazione l'ex dipendente del Campidoglio avrebbe favorito un finanziamento di 150 mila euro a una cooperativa della galassia di Buzzi in cambio dell'assunzione della figlia. 

GLI ALTRI CONDANNATI - Il giudice Criscuolo ha riconosciuto l'aggravante dell'articolo 7 della legge antimafia rispetto alle contestazioni mosse nei confronti di Gammuto. Questo fatto accoglie di fatto le richieste dei pubblici ministeri Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli. Sono stati infine condannati Bracci e Gaudenzi, ciascuno a 4 anni di reclusione, con l'accusa di usura per aver imposto a un imprenditore tassi del 120% annui sulla somma da restituire.

PARTI CIVILI - Il Comune di Roma, la Regione Lazio, le associazioni Antonino Caponnetto, Libera, Sos impresa e Cittadinanza attiva. Sono queste le partiti civili riconosciute dal giudice Criscuolo. Nei loro confronti è stata concessa una provvisionale di 20mila euro. Inoltre è stato chiarito che i danni sono da liquidarsi in separata sede.

RITO ABBREVIATO ANCHE PER OZZIMO - Altre cinque le persone che verranno giudicate con rito abbreviato nell'ambito del processo al 'mondo di mezzo'. Tra di essi, con udienza fissata al 26 novembre, oltre all'ex assessore capitolino alle Politiche Abitative Daniele Ozzimo, ci sono: l'ex consigliere comunale di Centro Democratico, Massimo Caprari; Paolo Solvi, collaboratore dell'ex presidente del municipio di Ostia Andrea Tassone; e Gerardo e Tommaso Addeo, collaboratori di Luca Odevaine, ex componente del tavolo di coordinamento per i rifugiati del Viminale arrestato nel corso delle indagini. Per tutti l'accusa è di corruzione. Il 26 novembre il gup Alessandra Boffi deciderà anche sulla costituzione come parti civili presentata, nel processo a Ozzimo, da Pd, Comune di Roma, Regione Lazio, Ama, Cittadinanzattiva e altre associazioni.

M5S PARTE CIVILE - Intanto dal Movimento Cinque Stelle fanno sapere di aver depositato insieme a Codici la richiesta di costituzione di parte civile al processo che si aprirà giovedì. “Abbiamo depositato insieme all’Associazione dei consumatori formale costituzione di parte civile nell’ambito del processo per “Mafia capitale”, che si aprirà il prossimo 5 novembre. Vogliamo denunciare il danno patrimoniale e morale subito dai cittadini, oltre a quello che anche noi abbiamo subito in qualità di rappresentanti politici” hanno spiegato in una nota la Deputata Roberta Lombardi ed il Consigliere Comunale Marcello De Vito.

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