Morte di Maddalena Urbani, il pusher resta in carcere con l'accusa di omicidio volontario
Il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta della difesa di derubricare il reato a omicidio colposo. L'avvocato Andrea Palmiero: "Ricorreremo in Cassazione". L'uomo è accusato di avere venduto la dose letale alla 21enne e di avere evitato di chiamare i soccorsi
Resta in carcere con l'accusa di omicidio volontario il cittadino siriano accusato di avere venduto una dose letale di droga a Maddalena Urbani, la 21enne trovato morta in un appartamento sulla Cassia lo scorso 27 marzo.
L’uomo, 64 anni, è stato accusato di omicidio volontario. L’avvocato Andrea Palmiero, che lo difende, si era rivolto al tribunale del Riesame con la richiesta di commutare l’accusa in omicidio colposo, ma i giudici l’hanno respinta confermando la reclusione.
Maddalena Urbani, figlia di Carlo, il medico che per primo isolò il virus della Sars (lo stesso virus che lo uccise), è morta stroncata da un mix di droga e farmaci nell’abitazione del 64enne. Il pm Pietro Pollidori, titolare del fascicolo, aveva chiesto e ottenuto dal gip un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio evidenziando come l’uomo non abbia chiamato i soccorsi quando Maddalena si è sentita male.
A casa del 64enne la polizia aveva trovato alcune dosi di eroina, e per l’accusa proprio la droga presente in casa aveva spinto l’uomo a rivolgersi ad alcuni conoscenti quando la ragazza ha accusato il malore per evitare di chiamare il 112.
"Ricorreremo in Cassazione - ha già annunciato l’avvocato Palmiero - riteniamo si tratti di un omicidio colposo”.