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Cronaca

Furto nella villa della dinastia Barzini: a processo il maggiordomo

Vittima del furto Ludovica "Ludina" Barzini, figlia e nipote di Luigi Barzini senior e junior, illustri giornalisti del '900. Accusato del furto il domestico

Sembra un caso da classico racconto giallo, con il maggiordomo accusato di furto di denaro e gioielli preziosi ai danni della facoltosa datrice di lavoro, spesso assente da casa. I protagonisti però esistono davvero, e il furto è realmente accaduto e oggetto di un processo che in questi giorni si avvia alla conclusione.

Al centro della vicenda c’è Ludovica “Ludina” Barzini, oggi 80 anni, erede della dinastia Barzini. Figlia e nipote dei giornalisti Luigi Barzini (senior e junior), tra i più noti e illustri giornalisti del Novecento, e di Giannalisa Feltrinelli, vedova del banchiere lombardo Carlo, Ludina Barzini è anche lei giornalista e scrittrice, oltre che grande ufficiale della Repubblica Italiana e - tra le altre cose - anche consigliera comunale a Milano per il partito Liberale e, nel 1986, assessore alla Cultura per il comune di Milano.

È stata lei a presentare denuncia contro il maggiordomo, un cittadino ecuadoriano all’epoca dei fatti 37enne, accusandolo di averle sottratto quasi 25.000 euro e alcuni gioielli, oltre che altre piccole somme in valute straniere per un totale stimato di circa 50.000 euro. I fatti risalgono al 2015, e la denuncia ha portato all’apertura di un processo in cui l’uomo deve rispondere di furto aggravato dal rapporto lavorativo.

La giornalista si sarebbe accorta soltanto in un secondo tempo del furto: nel novembre del 2015, tornata da un breve soggiorno fuori Roma ha trovato la casa in cui viveva, una lussuosa magione nel parco dell’Inviolatella Borghese, zona Cassia, chiusa e deserta. Del fidato domestico e della moglie, che condivideva con lui l’alloggio, nessuna traccia. Nei giorni successivi Barzini ha iniziato a notare la scomparsa di denaro lasciato in casa e di alcuni gioielli: oltre a 24.800 euro in contanti, dalle stanze mancavano anche anelli d’oro e di platino, una collana una spilla, un bracciale e ancora 120 sterline, 400 dollari americani e 150 franchi svizzeri.

A quel punto è scattata la denuncia. Il processo è iniziato nel 2019, e lunedì mattina il pm Mario Pesci, che contesta all’ex domestico (difeso dall’avvocato Andrea Mieli) il reato di furto, ha presentato la richiesta di condanna, 2 anni di reclusione con sospensione della pena a patto di restituire la cifra sottratta. La sentenza è attesa per il 26 maggio.

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