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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Soccorre ciclista sulla Tuscolana e viene licenziato. Il titolare: "Tutto falso"

Un giovane disse di essere stato licenziato dopo aver soccorso un ciclista investito a fine aprile. Titolare di un chiosco sulla Tuscolana, il datore di lavoro racconta un'altra verità e ci chiede la rettifica

Lo scorso aprile un ciclista fu investito su via Tuscolana da un'auto. La notizia, inizialmente in primo piano, venne presto scavalcata da altro. Un giovane dipendente di un chiosco nei pressi dell'incrocio maledetto raccontò di essersi precipitato a soccorrere il ciclista, assentadosi dal luogo di lavoro circa 40 minuti, e di essere stato licenziato subito dopo. Colpa del nobile gesto? Così la "vittima" spiegò ai cronisti. Peccato che chi ha mandato a casa il ragazzo abbia tutt'altra versione.

"Il licenziamento non ha nulla a che vedere con la sua assenza circostanziata ai momenti dell’incidente. La causa semmai è la sua ripetuta negligenza". Il titolare dell'esercizio ci tiene a rettificare l'accaduto e a spiegare, a chi è rimasto "inorridito" dalla storia, che esiste un'altra verità. A quanto emerge da una serie di sms inviati, in giorni distinti, al datore di lavoro il dipendente "arrivava in ritardo ed era spesso assente, soprattutto di domenica". Ma non è tutto. Nel suo racconto il giovane parlava di "lavoro in nero" attribuendo all'arrivo dei Carabinieri, "entrati nel locale per chiedergli i documenti affinché depositasse quanto sapeva sull’accaduto", la furia del titolare, impaurito da una possibile iniziativa delle forze dell'ordine. Anche questo sarebbe frutto di fantasia.

"Tanto per cominciare sul posto non sono intervenuti i Carabinieri ma i Vigili Urbani - dichiara il datore di lavoro - che tra l'altro potevano multarmi ma non per questo farmi chiudere il locale". Detto questo, "non ho mai avuto personale che non avesse un regolare contratto e lui non avrebbe fatto eccezione. Si era presentato da me in cerca di occupazione, dicendo che aveva necessità di lavorare subito perché, non essendo di Roma, aveva bisogno di denaro per pagarsi un alloggio. L’ho quindi preso in prova per alcune ore al giorno con la richiesta di farmi avere, al massimo entro il 1° maggio, la documentazione necessaria per essere registrato. Nel frattempo era in attesa di trovare un domicilio stabile (vedi sms dove comunica di aver appena trovato casa)".

E ancora sarebbe falsa anche l'affermazione del dipendente "di essere stato liquidato con 200,00€". A confermarlo ci sarebbe una "ricevuta scritta e firmata di suo pugno, depositata agli atti" dove starebbe scritto che "il suo compenso per le ore lavorate è stato di 350,00€". A dare corpo alle parole dell'uomo anche una serie di “incongruenze” riportate in quanto detto dalla "vittima", che non si sarebbe presentato il giorno dopo il fatto alle 15,00, come sostenuto, ma "solamente intorno alle 18" (come provato da un altro sms che il giovane avrebbe mandato alle 15:13 scrivendo di essere ancora ad aspettare i mezzi). L'ennesimo ritardo. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso e spinto il titolare a ritenere "di non aver più bisogno della sua collaborazione". Ma non finisce qui.

Il giovane avrebbe anche raccontato di essere malato di cancro ai polmoni, cosa che il responsabile del chiosco dice di non aver mai saputo ma di essere stato informato solo di un "principio di gastrite". E falsa sarebbe anche la dinamica dei soccorsi al ciclista. "Dice che quando è successo l’incidente c’era moltissima gente ma che nessuno è intervenuto. Non è esatto. Io, lui e una terza persona siamo stati i primi a chiamare i soccorsi. Dal 118 hanno risposto per primi al suo telefono. Lui però, spazientito dalle richieste di prassi dell’operatrice, in modo alterato la manda a quel paese, e interrompe la telefonata che continuo io rispondendo alle domande che venivano poste per l’invio dei soccorsi. Dopo circa 10 minuti arrivava per prima un’auto di pronto soccorso con 2 operatori a bordo, e lui è rimasto li non so cosa stava facendo visto che erano arrivati 2 operatori qualificati". Il seguito lo conosciamo.

LA QUERELA - "E' inutile aggiungere che questa campagna diffamatoria a mezzo stampa, nata da una notizia pubblicata in modo non veritiero e corretto, che mi vede involontario protagonista, oltre che provocarmi un grave danno economico, mi sta facendo vivere nella paura di subire ritorsioni di qualsiasi genere sia fisiche che di possibili danni materiali". Questo il motivo che ha spinto il titolare del chiosco a presentare una denuncia querela al Comando del X Commissariato di Polizia di Stato Roma Tuscolano.

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