Licenziamenti CRI: presidio davanti alla sede Ares
Momenti di tensione in mattinata, Gesmini: "Preovocatorie le parole le affermazioni del Commissario straordinario Rocca, per i lavoratori nessuna garanzia"
Da stamattina la direzione dell' Ares Lazio in via Portuense è presidiata dai 91 precari di Croce Rossa licenziati dopo anni di servizio al 118. In mattinata ci sono stati momenti di tensione, quando le associazioni e gli enti chiamati dall’Ares a tamponare la situazione, hanno palesato che non intendono garantire una ricollocazione a tutti i lavoratori licenziati.
Questo dopo che il Direttore Generale dell’ARES 118 aveva rassicurato ieri la delegazione dell'USB sul fatto che i lavoratori licenziati da CRI sarebbero stati riassunti da parte dei futuri affidatari del servizio.
“Oggi è emerso chiaramente quanto siano state, ancora una volta, provocatorie le affermazioni del Commissario straordinario Rocca,- ha dichiarato Massimiliano Gesmini, del Coordinamento Nazionale USB CRI - che ieri ha cercato di minimizzare le conseguenze occupazionali dell’abbandono della gestione del servizio da parte di CRI, dando per scontato un riassorbimento in Ares che non si è ancora visto”.
“Infatti – ha proseguito il rappresentante USB - non solo ai 91 licenziati non si prospettano soluzioni certe di reintegro, ma l’affidamento temporaneo a imprese di fatto private rischia di non garantire alcuna continuità occupazionale e salariale, oltre che pregiudicare la qualità del servizio”.
“USB rimane al fianco dei lavoratori - ha concluso Gesmini - affinché vengano ottenute garanzie vere per loro e per l’utenza, e vengano sensibilizzati e coinvolti tutti i soggetti responsabili di tale situazione, ovvero CRI, Ares e Giunta Polverini, i quali si debbono far carico di individuare soluzioni di vera garanzia per i lavoratori e il servizio”.