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Cronaca Malagrotta

Legambiente Lazio contro il commissariamento per Malagrotta

Il Presidente di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati, esprime il suo punto di vista sull'attuazione di un commissariamento sulla discarica di Malagrotta, e punta il dito contro Alemanno e l'AMA

E’ stato pubblicato oggi, nella rubrica RomaItalia di Affaritaliani.it., un articolo sul commissariamento della discarica di Malagrotta; Lorenzo Parlati, Presidente di Legambiente Lazio, lo ha commentato così tramite un comunicato stampa: “Per chiudere Malagrotta non si può aprire una nuova Malagrotta. Non è uno scioglilingua, ma semplicemente il fallimento decretato del nuovo commissariamento sui rifiuti nel Lazio. Il rimpallo, al Prefetto Pecoraro, delle responsabilità del Sindaco Alemanno e della Presidente Polverini non può funzionare, la scelta d'imperio di un nuovo sito, senza l'assunzione contestuale di un nuovo modello per la gestione dei rifiuti della Capitale, ci porterà diritti sullo stesso percorso di Napoli, con barricate, proroghe e rifiuti per strada”.

CONTRO IL COMMISSARIAMENTO - Il disaccordo sulla messa in atto di un commissariamento viene chiarito ulteriormente, dall’associazione ambientalista, nello stesso comunicato, in quanto “per chiudere Malagrotta bisognerebbe avere il coraggio di mettere in atto l’esatto contrario di un commissariamento, con il massimo coinvolgimento degli enti locali, dei cittadini, delle parti sociali, degli stessi privati e di tutti gli attori del settore, con strategie, azioni attuabili in tempi definiti e finanziamenti su riduzione, riuso e differenziata. Si dovrebbe accelerare sull'impiantistica per la
differenziata e il trattamento dei rifiuti
, le isole ecologiche per il riuso, attivando poi, fino in fondo, il ciclo industriale per il riciclaggio”.

Infatti il nuovo commissariamento, limitato nei poteri alla chiusura di Malagrotta con l'individuazione di un nuovo sito, sarà secondo Legambiente Lazio “una inutile iattura, peggiore dei dieci anni passati, quando nella Regione Lazio, come in tante altre inutilmente commissariate, si sono visti solo allargamenti di tutte le discariche”.

L’ACCUSA – “È chiaro che il problema è Roma – continua il comunicato -  il Sindaco Alemanno ha completamente abdicato al suo ruolo e ha lasciato programmare tutto all'AMA, con scelte manageriali assunte in splendida solitudine, senza che da anni ci sia nemmeno un contratto di servizio approvato dal Consiglio Comunale. Alemanno e il nuovo management di AMA hanno bloccato il già lento percorso sul porta a porta, che fa toccare ogni giorno il 65% di differenziata nei quartieri romani coinvolti, dimostrando che basterebbe estendere questo modello per avere ottimi risultati – e continua - i metodi inefficaci attuati come il sistema misto cassonetto/postazioni mobili hanno, invece, danneggiato la raccolta differenziata, fatto infuriare i cittadini e ridotto la loro disponibilità a collaborare, aumentato in modo clamoroso la tariffa, passata da 500 a 630 milioni l'anno, più il recupero IVA che il Sindaco aveva promesso non avrebbe gravato sulle tasche dei cittadini. Scelte assurde, che portano ora la Capitale, sull'orlo del baratro, a chiedere una proroga al Ministero per la differenziata che serve solo a spostare gli obiettivi di legge al 2013 e al 2018. Un contesto nel quale sono lampanti le scelte manageriali sbagliate di AMA, dove il nuovo CdA ha avuto molto tempo per dimostrare capacità e risultati, che non si vedono, e deve quindi lasciare senza che il Comune comunque lo riconfermi, per definire un nuovo management che comprenda le necessità di questa fase”.

LA SOLUZIONE – “Serve un nuovo ciclo virtuoso – suggerisce Legambiente Lazio nel comunicato - un nuovo modello di gestione dei rifiuti della Capitale, fondato su riduzione e riuso dei rifiuti, e che veda crescere la differenziata in modo esponenziale, passando al porta a porta. Sarebbe utile discutere di obiettivi, tempi e modalità piuttosto che perdere altro tempo con un pericoloso commissariamento. Queste sono domande ineludibili, a nostro avviso, non è rincorrendo le possibili localizzazioni di discariche o inceneritori a Fiumicino, Fiano, Riano o Malagrotta che si eviterà l’emergenza. Servono, piuttosto, progetti e interventi quartiere per quartiere, coinvolgendo i cittadini in una bella sfida di civiltà e modernità”.

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