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Cronaca

Roma e il Lazio verso la zona arancione, i dati sono di nuovo in salita. Possibili restrizioni nei week end

Il nuovo Dpcm, il primo firmato da Mario Draghi sta già per essere modificato. A livello regionale, però, il Lazio non sorride anche perché i dati tendono più verso un cambio di fascia

Roma e il Lazio, dopo aver resistito per settimane, questa volta sembrano veramente dirigersi verso la fascia arancione, quella sicuramente più severa soprattutto per bar e ristoranti che dovranno chiudere ai clienti in presenza e lavorare solo con l'asporto. 

Il tutto mentre a livello nazionale Mario Draghi sta valutando di modificare il suo primo Dpcm. Oggi saranno esaminati i nuovi dati sulla diffusione del contagio. Domani, venerdì 12 marzo, invece il Consiglio dei ministri valuterà l'adozione di nuove restrizioni per contenere l'epidemia. Esclusa, per ora, l'ipotesi di una chiusura nazionale per tre settimane, il Governo sembra infatti indirizzato a varare una stretta per i fine settimana.

"Lo scenario è previsto in netto peggioramento, bisogna mantenere altissimo il livello di guardia", ha detto oggi intorno alle 12 l'assessore alla sanità Alessio D'Amato: "Non è possibile concedersi nessuna distrazione, il virus con le sue varianti sta riprendendo vigore".

I dati del Lazio verso l'arancione

Solo raffrontando i dati dei positivi degli ultimi giorni si denota come la curva sia in crescita. In salita anche l'indice Rt che è sempre più vicino alla soglia critica dell'uno, secondo il report dell'Iss tra il 25 febbraio e il 3 marzo il dato si è fermato a 0.98, ma l'incognita delle varianti inglese (quella più presente nel Lazio con il 34% dei contagi, comunque al di sotto della media nazionale del 54%) e quella brasiliana che influisce tra il 4 ed il 5 per cento (4,3% è la media in Italia). 

E se l'incidenza difficilmente arriverà a superare i 250 casi ogni 100mila abitanti, dal momento che venerdì scorso era a 106,73, preoccupa ancora la situazione a Frosinone, che resta in zona rossa. Il campanello d'allarme, oltre l'indice Rt, arriva però dal tasso di occupazioni dell'area medica.

"Nel Lazio ancora non siamo oltre la soglia critica del 30% di occupazione dei posti letto in terapia intensiva, ma ci stiamo molto avvicinando", ha detto Massimo Antonelli, direttore dell'Unità di Anestesia e Rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma, componente del Comitato tecnico scientifico (Cts).

"Anche al Gemelli i numeri sono in crescita: in questo momento ho globalmente 88 pazienti in terapia intensiva, di cui 60 Covid. C'è un aumento costante di ricoveri rispetto agli ultimi giorni; abbiamo pochissimi pazienti over 80 e la gran parte under 70, con alcuni pazienti tra i 40 e i 50 anni". Dati testimoniati anche dalle analisi di Agenas aggiornate al 9 marzo che, invece, raccontano come il Lazio abbia effettivamente già superato la soglia limite del 30% imposta dal Ministero. Insomma il Lazio, anche questa settimana, è davvero al limite.

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Il possibile lockdown nei week end

Insomma, domani sarà il giorno decisivo. Per il Lazio e non solo. A livello nazionale il grosso nodo da sciogliere riguarda la severità della stretta da applicare nei weekend, da determinare se partiranno già da questo fine settimana. La partita si gioca su una doppia opzione: istituire una zona rossa per sabato e domenica - impedendo gli spostamenti se non per comprovate esigenze – oppure riproporre il modello già sperimentato nel corso delle vacanze di Natale con la possibilità di muoversi soltanto nel proprio Comune, ma lasciando il permesso di uscire  tra le 5 e le 22. Bar e ristoranti, in entrambe le opzioni, sarebbero chiusi in tutto il Paese, mentre resteranno consentiti soltanto l'asporto (fino alle 18 dai bar) e la consegna a domicilio.

La priorità ai vaccini

La priorità è quindi quella di lavorare per cambiare passo sul tema vaccini. "Non dobbiamo perdere tempo, ora aspettiamo comunicazioni per le consegne di aprile e maggio. Non possiamo fermare la macchina proprio adesso", ha sottolineato ieri l'assessore alla sanità regionale Alessio D'Amato commentando il bollettino del 10 marzo: "Abbiamo superato la soglia delle 600 mila somministrazioni che rappresentano oltre il 10% della popolazione del Lazio. Già vaccinati 200 mila over 80, 55 mila personale della scuola, 26 mila personale forze dell’ordine, oltre 7 mila super fragili. Un impegno straordinario di tutto il sistema, stiamo correndo ma abbiamo bisogno di certezze nelle consegne dei vaccini". Nella giornata di mercoledì sono state 21.086 le somministrazioni e sono 602 mila le vaccinazioni totali. 

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