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Cronaca

I guai infiniti del piano di zona di Monte Stallonara: scoperto smaltimento illecito di materiale edile

Cinque le persone denunciate dalla polizia locale per traffico e smaltimento illegale di rifiuti

Usavano resti dei materiali dei lavori di scavo destinati allo smaltimento per realizzare le opere di urbanizzazione del piano di zona di Monte Stallonara. Materiale che una ditta prelevava sistematicamente da un'area - già sottoposta a sequestro - al Portuense per poi trasportarlo e utilizzarlo per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria (strade, rete idrica, rete fogniaria a via dicendo) nell'area di Monte Stallonara. 

Ad accertare la reiterata azione illecita legata alla gestione di materiali da attività di cantiere, rientranti nelle categoria di rifiuti speciali e pericolosi, che operavano nelle zone di Portuense e Monte Stallonara, gli agenti della polizia locale di Roma Capitale. Un'articolata attività investigativa, che ha portato alle denuncia di 5 soggetti (due trasportatori, l'amministratore ed i direttori dei lavori) per aver compiuto, in concorso tra loro, gravi reati ambientali, connessi al prelievo, trasporto e sversamento illegale di rifiuti.

Le indagini hanno preso avvio la scorsa primavera, a seguito di alcune segnalazioni di cittadini su un presunto sversamento abusivo di materiali nell'area di Monte Stallonara. Ad eseguire gli accertamenti gli agenti del Nad (Nucleo Ambiente Decoro) che, grazie ad una costante attività di osservazione, hanno potuto rilevare una ripetuta azione illegale da parte di una ditta, operante nel settore edilizio, intenta a prelevare sistematicamente ingenti quantità di materiale, proveniente da lavori di scavo al Portuense, per poi trasportarlo e utilizzarlo per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria nell'area di Monte Stallonara.

Questa procedura permetteva così di sottrarre quanto prelevato, alla corretta filiera dello smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi, con il fine di abbattere i costi legati sia alla regolare gestione dei rifiuti, sia all'acquisto del materiale idoneo per i lavori di edilizia. Nel corso delle indagini è stato possibile individuare, inoltre, un sito, ubicato in località Torrino-Mezzocammino, usato come deposito per lo stoccaggio illecito dei materiali. Al momento 5 le persone denunciate: l'amministratore unico della ditta,  i due direttori dei lavori e due dipendenti. Ulteriori accertamenti sono tuttora in fase di svolgimento. 

Rifiuti scavi Monte Stallonara 1-2

Il piano di zona Monte Stallonara

Monte Stallonara è un piano di zona che sorge lungo via della Pisana, non molto distante dalla discarica di Malagrotta. È stato costruito da una trentina di operatori tra società private e cooperative. Ancora oggi, ad oltre dieci anni di distanza dai primi trasferimenti, il quartiere è privo di servizi essenziali come strade asfaltate ed altre opere primarie di urbanizzazione. 

Una vicenda tortuosa quella del piano di zona B50, approvato nel 2003, avviato nel 2007, e ancora privo di parte delle opere di urbanizzazione primaria. Un quartiere di edilizia agevolata in un'ex discarica della Valle Galeria, confinante con il Consiglio Regionale del Lazio dove, già dal 2015 le centinaia di residenti lamentavano problemi legati all'illuminazione pubblica, alle strade asfaltate e seri problemi legati alle gestione delle acque meteoriche. 

Nel gennaio del 2017 la polizia giudiziaria appose i sigilli a tre edifici nel piano di zona di Monte Stallonara. In quel caso  un dirigente e un funzionario del dipartimento Attuazione Urbanistica vennero indagati per abuso d'ufficio. Indagati per truffa, invece, furono sei componenti dei consigli di amministrazione di quattro cooperative. Nell'agosto dello stesso anno (2017) vennero invece trovati dei rifiuti interrati in un'area dove si stava lavorando per completare il sistema fognario con un nuovo stop ai cantieri. 

Una vicenda lunga e tortuosa quella del piano di zona B50. Nel marzo 2020 infatti la Regione Lazio revocò 3,5 milioni di fondi a tre imprese "inadempienti". Esattamente un anno dopo - marzo 2021 - i cantieri ripartirono. Una tranche di lavori, per un totale di 3 milioni di euro finalizzati alla realizzazione di una vasca di laminazione per la raccolta delle acque e per completare le strade e i marciapiedi mai terminati. Nell'aprile dello scorso anno - 2021 - fu invece l'assemblea capitolina ad approvare due delibere di annullamento delle convenzioni a favore di alcune società cooperative. 

A marzo 2022 altre revoche da parte della Pisana, per due società - anch'esse fallite - che avrebbero dovuto costruire 44 alloggi con un contributo complessivo di circa 2.500.000 euro. 

A giugno scorso un altro capitolo riguardante uno dei piani di zona più disastrati e incompleti di Roma, con l'approvazione in consiglio regionale di una proposta di delibera di iniziativa delle commissioni casa e urbanistica che stabilì l'acquisto da parte del patrimonio di Roma Capitale degli immobili, scongiurando che potessero finire all'asta o sul mercato immobiliare. 

In questo mese di agosto una nuova vicenda, con la denuncia di cinque persone per traffico e smaltimento illegale di rifiuti.
 

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