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Cronaca Cassia / Via Volusia

Case lesionate dai lavori sul Raccordo: in 7 rischiano processo

La vicenda delle 11 famiglie che dal 2010 sono state costrette ad abbandondare la casa danneggiata dai lavori sul Gra si avvicina alle aule del tribunale

Undici famiglie residenti in via Volusia, zona Cassia, costrette ad abbandonare le loro case, dal maggio 2010, perché danneggiate e dichiarate inagibili da fenomeni di slittamento del terreno.
La loro storia, più volte raccontata, ora si avvicina alle aule del tribunale grazie alla procura di Roma che ha notificato a sette indagati, tra responsabili dell'Anas e delle società che hanno eseguito i lavori, l'avviso di chiusura accertamenti, attività che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
I lavori a cui ci si riferisce sono quelli di adeguamento  nel tratto Cassia del Grande Raccordo Anulare che hanno comportato, nel 2010, "gravissimi danni alle murature portanti" degli edifici di via Volusia.

Concorso nella violazione dell'articolo 434 del codice penale (crollo colposo di costruzioni), il reato contestato dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e dal sostituto Maria Bice Barborini. Gli imputati sono Francesco Dell'Olio, direttore dei lavori Gra Cassia per Anas spa, Giuseppe Costanzo, responsabile legale della Vianini Lavori spa, Luciano Focolari, rappresentante legale della società Oberosler spa di Trento, Cecilia Simonetti, rappresentante legale della Saicam spa, Walter Lupi, presidente e collaudatore statico dell'opera, Antonio Tanzilli, coordinatore per la salute e sicurezza dell'Anas, e Eugenio Bosi, componente della commissione per il Collaudo tecnico amministrativo.

Nel capo di imputazione si legge che a causa dei lavori, adeguamento a tre corsie e realizzazione dello svincolo di via Cassia, si "verificava l'accertato movimento del pendio ed il connesso scalzamento di sostegno del pendio sul quale erano costruiti gli edifici di via Volusia". Una situazione che, per l'accusa, indusse il Comando provinciale dei vigili del fuoco, previo sopralluogo, a chiedere l'intervento della Protezione civile di Roma "per dichiarare l'inagibilità degli edifici ubicati in via Volusia identificatisi con i numeri civici 51, 61, 75, 77, 81 83, 85 e 87".

Per gli inquirenti si tratta di "una situazione di pericolo supportata, tra l'altro, dalla presenza di un gigantesco traliccio, alto circa 25 metri, dove transitava corrente elettrica ad altissima tensione, pari a 150mila volt, posto in adiacenza alle abitazioni di via Volusia ed ubicato sul pendio immediatamente prospiciente al Gra". Il tutto, per la procura, tenuto conto "della circostanza - é detto ancora nel capo di imputazione - che non vi era nemmeno prova che l'ente committente Anas, ovvero le società appaltatrici avessero mai provveduto a predisporre adeguate misure di monitoraggio per verificare geologicamente i movimenti del terreno sul quale venivano eseguiti i lavori, né tanto meno se vi fossero dei danni per gli edifici".

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