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Cronaca

Investita da un’auto all’asilo: in tribunale inizia la battaglia per la piccola Lavinia

Al via lunedì a Velletri il processo su quanto accaduto alla bimba, travolta nel parcheggio del nido a 16 mesi. Sotto accusa la maestra

Decine di messaggi di supporto, incoraggiamento e vicinanza, una community di oltre 10.000 persone che si stringe intorno a due genitori che ormai da oltre tre anni lottano perché sia fatta giustizia. Inizia lunedì al Tribunale di Velletri il processo di primo grado a carico della maestra d’asilo rinviata a giudizio per quanto accaduto alla piccola Lavinia Montebove. La bimba  nell’agosto del 2018 è stata investita da un’auto nel parcheggio dell’asilo di Velletri che frequentava, e oggi si trova in stato vegetativo.

L'incidente e le accuse alla maestra

Lavinia è stata investita da una Bmw in manovra guidata da un giovane mamma che aveva appena preso la figlia a scuola. La donna deve rispondere di lesioni colpose gravissime, mentre la maestra dell’asilo è accusata del reato di abbandono di minore. Per il pubblico ministero e per i genitori della piccola è a causa della mancata supervisione e dell’assenza di controlli che la bambina è riuscita a uscire dalla struttura ed è finita sulla traiettoria di quell’auto, e dopo anni di attesa la tragedia arriva in un aula di tribunale.

Oggi Lavinia ha cinque anni. All’epoca dell’incidente aveva appena 16 mesi, una bimba dai capelli scuri e lo sguardo vispo adorata da mamma Lara Liotta, funzionaria dei vigili del fuoco ed ex campionessa di Karate, e da papà Massimo Montebove, poliziotto e sindacalista toscano. La vita per loro è cambiata la mattina del 7 agosto del 2018, quando hanno ricevuto una telefonata in cui venivano informati che la figlia era stata investita da un’auto in quello che avrebbe dovuto essere “il posto più sicuro del mondo - come ha sottolineato Montebove - l’asilo che frequentava”.

Il rischio prescrizione

L’obiettivo di Massimo e Lara è ottenere una giusta condanna per l’accaduto e soprattutto evitare che il processo finisca in un nulla di fatto. La maestra dell’asilo - che continua a lavorare, anche se la struttura non è più in attività - è stata infatti rinviata a giudizio nel dicembre del 2020, ma gli arretrati che ormai caratterizzano la gran parte delle procure e dei tribunali e l’emergenza coronavirus, che ha ulteriormente rallentato la programmazione delle udienze, hanno fatto slittare la prima udienza al marzo del 2022. Il rischio insomma è che scatti la prescrizione in secondo grado, e che la vicenda di Lavinia si chiuda senza alcuna attribuzione di responsabilità.

La richiesta dei genitori di Lavinia, che saranno anche i primi a essere sentiti in aula, è quindi quella di procedere velocemente con le udienze, seguendo un calendario serrato che consenta di arrivare a un verdetto in tempi brevi e lasci margine sufficiente anche per un eventuale appello. Per diffondere il loro messaggio e tenere alta l’attenzione sulla vicenda a dicembre 2021 hanno deciso anche di aprire un gruppo Facebook dedicato alla vicenda processuale della figlia. Lo hanno chiamato “Giustizia per Lavinia”, e vi condividono aggiornamenti sulla salute della piccola, fotografie, riflessioni, ringraziamenti per la vicinanza dimostrata.

In pochi mesi gli iscritti hanno superato i 10.000, persone che da ogni parte d’Italia dedicano un pensiero alla piccola, ai genitori e ai fratellini Edoardo e Margherita, cercando di trasmettere forza. Tra gli ultimi post condivisi c’è una foto di Massimo che bacia teneramente la figlia su una guancia e le fa una promessa: “Cara Lavinia, ci sono giorni più difficili di altri da superare, ma una cosa è sicura  il tuo babbo e la tua mamma ci sono e ci saranno sempre, senza mollare mai”.

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